La stanza di Mario Cervi

Egregio Signor Mario Cervi,
sono avvilito sinceramente per essere cittadino di un Paese chiamato Italia, in cui quattro regioni sono soggette alla mafia; dove la borghesia meridionale si dimostra incapace di governare, è amorfa, parassitaria; dove esiste una società civile menefreghista, insofferente delle leggi; dove il Carabiniere è il nemico dichiarato. Il ministro Maroni è ammirevole (uno dei pochi se non l’unico di quanti siedono in Parlamento), ma se non si affretta a far prolungare i termini della carcerazione preventiva, ci penseranno i giudici e gli avvocati a rimettere in libertà i mafiosi sottochiave. Mi dispiace per Tremonti e per Berlusconi, l’uno per la Banca del Sud e l’altro per il sogno del Ponte di Messina.

Hanno mai sentito parlare dello scandalo della Salerno-Reggio Calabria? Sanno com’è ridotta la sanità? Altro che terzo mondo! Non esiste un piano edilizio, costruisce chi vuole, magari con la sabbia. Però il sindaco di Palermo, a suo tempo, accese un mutuo per la festa di Santa Rosalia. Festeggiamo con animo puro e patriottico il 150º anniversario dell’unità d’Italia.
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