la stanza di Mario CerviDiamo una piccola tregua al televenditore Matteo Renzi

Mille euro in più in busta paga. Ma chi pagherà? Finora si è attinto alle tasse per fronteggiare il deficit dello Stato, ma con il risultato che il PIL è calato in questi anni dell'8 % e la spesa degli italiani si è contratta di 100 miliardi, per fronteggiare le nuove tasse. Il costo eccessivo dello Stato è l'ostacolo a qualsiasi manovra di rilancio dell'economia, ed è lì che il piano di Cottarelli deve incidere, ma senza causare altre restrizioni agli italiani, come quelle nuovamente ventilate sulle pensioni, che sono le uniche a essere state già tagliate.
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Caro Monti, i suoi dubbi sulla possibilità che Matteo Renzi trovi i soldi per attuare le molte promesse da lui elargite sono anche i dubbi di tanti italiani. La schiacciante maggioranza, credo. Basta annunci, si dice, vogliamo fatti. E di fatti se ne sono visti pochi, così come poco è il tempo che Renzi ha avuto per realizzarli. Gli italiani sono - con mille ragioni - di pessimo umore, e riversano una valanga di critiche sul governo. Ne condivido molte. A patto che noi tutti dediti alle critiche non cadiamo in contraddizione. Ingiungiamo al governo di fare sùbito, di fare presto perché l'Italia non può aspettare. Ma quando il governo, a tambur battente, presenta programmi gli si imputa di ingannare gli italiani con un libro dei sogni e con cifre di fantasia. Probabilmente Renzi esagera con i toni da televendite. Se tuttavia si atteggiasse a piagnone lo coprirebbero d'improperi. Concediamogli una tregua. Riconoscendo che almeno una cosa sulla quale ci si arrovellava sterilmente da anni l'ha in parte portata in porto: la legge elettorale.

Sul cui cammino al Senato si prospettano, lo so, numerosi ostacoli. Vengono invocate modifiche alla legge da marpioni del Palazzo consapevoli della regola secondo cui in Italia per bloccare sicuramente una riforma bisogna chiedere che sia migliorata.

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