la stanza di Mario CerviLe panzane elettorali sono un vero flagello. Ditelo anche a Renzi

Ci dica, il sindaco Renzi, ora candidato a segretario PD, come intende affrontare i problemi del Paese per farlo uscire dalla crisi, prima di pensare a raccogliere i voti degli scontenti. In tanti hanno parlato e promesso prima di lui, al punto che nessuno ora si fida più di parole e promesse date al vento, ma solo di progetti e piani concreti e credibili. Una cosa è fare bene il lavoro di sindaco e un'altra quella di gestire le problematiche che affliggono da generazioni l'intero Paese. Renzi ora ha deciso di affidarsi alla sola sinistra, per l'inconcludenza dell' attuale Coalizione di Governo, ma come può pensare di cambiare il partito della spesa in uno per produrre ricchezza?
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Caro Monti, gli ammonimenti che lei rivolge al vivace Matteo Renzi, aspirante al ruolo di salvatore d'Italia, sono saggi. Lei vorrebbe che i governanti o gli aspiranti tali la smettessero di profondere chiacchiere inutili e si dedicassero a realizzazioni magari in apparenza modeste, ma concrete. Sacrosanto l'invito a Renzi perché dica come riuscirebbe, il giorno in cui prendesse possesso di Palazzo Chigi, a trasformare il partito della spesa -ossia il suo Pd- in un partito capace di produrre ricchezza. Sappiamo tutti che i retori e i demagoghi sono bravissimi nello spiegarci come si rifà l'Italia e il mondo, ma se poi uno gli affida una drogheria da gestire la fanno fallire in poche settimane. Mi associo a lei, caro Monti, tranne che su un punto. Là dove scrive che «nessuno ora si fida più di parole e promesse date al vento». Tanti invece si fidano, e il successo elettorale del movimento di Beppe Grillo lo dimostra.

Purtroppo chi avrebbe dovuto privilegiare i fatti rispetto alle parole, come il suo quasi omonimo professor Mario Monti, messo alla prova ha miseramente fallito. Le panzane elettorali sono un flagello, ma anche la «sobrietà» bocconiana può diventarlo.

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