Stasera Inter-Barça, Mourinho: "Vedremo se sono i più grandi"

Il portoghese si sente alla pari. Il pericolo Messi: "È speciale, ma il mio calcio non è a uomo". Il Barcellona ha studiato in pullman: "Tutti a vedere Invictus"

Stasera Inter-Barça, Mourinho: 
"Vedremo se sono i più grandi"

nostro inviato ad Appiano Gentile

Questa non è una finale anticipata, dice. Non esiste. Questa è la sfida fra due squadre e chi la vince andrà a Madrid. Ma lì la finale non sarà Inter-Barcellona.
Rieccolo Josè Mourinho.
Neanche tanto cambiato, un po’ sulle sue, sguardo lontano, barba, apparentemente sereno, battute ridotte all’osso, spiega il momento: «Cosa penso? Penso che questa sia stata una stagione spettacolare, ma devo aspettare fino alla fine per sapere se sarò soddisfatto di questa stagione spettacolare. Il termine quasi non mi piace, potremmo vincere tre trofei o neppure uno. E fra zero e tre c’è grande differenza. Mi chiedete come va? Bè, siamo lì dove vorrebbe essere il 99 per cento delle altre squadre d’Europa».

Nessuno chiede chi è quel un per cento che non vorrebbe stare lì. Magari lui aveva pronta la botta. Ma ieri pomeriggio zero rasoiate al mondo e tantomeno agli avversari. Nel tentativo di codificare il linguaggio di Josè questo potrebbe significare grande rispetto, ma senza esagerare: «Loro i più forti del mondo? Sì, lo scorso anno. Chi vince la competizione più prestigiosa dello scorso anno, è la squadra più forte del mondo dello scorso anno. Vediamo se lo sarà anche quest’anno. Loro favoriti? Chi lo dice? Il mondo del calcio? Non mi offendo, anche se per me abbiamo le medesime probabilità. I gironi? Sì, sì, i gironi, loro ci hanno dimostrato una superiorità netta e noi non siamo stati neppure in grado di rispondere. Era novembre. E loro mi sembrano ancora forti come allora. Noi invece stiamo molto meglio di come eravamo a novembre. La squadra tatticamente è più compatta, la condizione psicologica è migliorata, la pressione è diversa, la Champions è diversa e non fa più paura. Ma non venitemi a dire che questa sarà una finale anticipata, Bayern Monaco e Lione meritano più rispetto».

Cinque vittorie nelle ultime cinque partite di Champions, sette gol fatti, uno subito, Josè guarda i numeri, e quel dieci lo tiene su di giri: «Non sarà uno contro Messi e poi dieci contro dieci. Anche se lui merita una attenzione speciale perché è un tipo speciale. E poi nessuno sa in quale posizione giocherà, purtroppo Pep non chiama per dirmelo. Giocherà centrale? Vediamo se giocherà lì, ma potrebbe stare a destra o a sinistra, o dietro a Ibrahimovic. Per fortuna e cultura, il mio calcio non è a uomo». È Messi che tiene tutti svegli. Iniesta? «É un giocatore importante ma non credo che il Barcellona si metterà a piangere per la sua assenza. Quando il 24 novembre siamo andati a giocate al Camp Nou loro erano senza Messi e Ibrahimovic...»

Fumate di cervelli per come Josè affronterà la prima in casa: «Che ovviamente è peggio - dice -. Giocare la prima partita in casa è notoriamente peggio ma io ci sono abituato, la prima Champions l’ho vinta disputando sempre la prima partita in casa». Accontentato. Ma come si schiera l’Inter, ammesso che il modulo abbia più spessore delle motivazioni e quindi della testa. Un allenatore con una propria filosofia, uno stile, un progetto, quando incontra squadre top level gioca con il modulo più familiare alla squadra, e si fida dei suoi legionari. È uno scambio, tu mi sei più fedele e quindi io ti dò una maglia: giocano loro, il vecchio rombo, poi a partita in corso può succedere di tutto, anche un Balotelli dentro e un Cordoba che aiuta. Difficile pensare che Josè adotti uno dei moduli alternativi, almeno in partenza. Suggerimenti non ne dà, solo una considerazione: «Questi sono momenti bellissimi, ognuno di noi dovrebbe provare la gioia di giocare queste partite. Dico solo che se domani danno la vittoria a chi ha il miglior possesso palla, abbiamo già perso».
Sarebbe uno sgarbo al Real. «Come? Il Real teme di vedere il Barcellona in finale al Bernabeu? È questo il timore del Real? Non ci credo. Il Real Madrid ha una tale storia che non può sentirsi felice delle sconfitte degli altri. Il Real deve sentirsi felice per le sue vittorie, come me».

Eccoci. Come ci saremmo arrivati non era previsto, ma ci siamo: quindi lei e il Real...
Josè fa: «Il calcio oggi è pieno di informazioni, smentite, bugie, mezze bugie, speculazioni.

Io sono troppo preoccupato per il mio futuro all’Inter, dove ho un contratto. E spero tanto di trovarmi nella medesima situazione l’anno prossimo». Parole in libertà, interpretabili. E Messi? «Josè ha in mente una tattica per distruggere il loro gioco - fa Sneijder -. Non Messi, il loro gioco».

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