Stoner out, la MotoGp è una sfida in famiglia

Non era mai successo nel motociclismo - e probabilmente in nessuno sport motoristico - che un pilota in corsa per il mondiale deliberasse di fermarsi per tre gare per curare un misterioso virus. Normale quindi, che la decisione di Casey Stoner di saltare i prossimi tre GP «per comprendere la natura del malessere e fare in modo che non si ripresenti», come ha fatto sapere attraverso il comunicato ufficiale Ducati, desti parecchio stupore. E perplessità, perché nelle due ruote si sono visti piloti correre pochi giorni dopo, se non addirittura qualche ora più tardi un bruttissimo incidente, con fratture di vario tipo. È vero che la sofferenza di Stoner negli ultimi cinque Gp è stata evidente, ma non si può dimenticare che Casey ha comunque ottenuto ottimi risultati (Donington a parte), riuscendo a contenere a 27 punti il distacco dal capoclassifica Valentino Rossi e a 12 dal secondo posto di Jorge Lorenzo. Insomma, da un pilota della sua età (non ha ancora compiuto 24 anni) era lecito aspettarsi qualsiasi sforzo pur di tentare di conquistare il titolo.
«È vero - spiega Claudio Macchiagodena, l'unico dottore della Clinica Mobile che ha potuto in passato occuparsi, seppure superficialmente di Casey, che non si fida di nessuno -, ma in questi anni Stoner ha accumulato lo stress e la fatica di una persona di 50 anni. Ha bisogno di riposo e i due mesi di stop gli permetteranno di recuperare la migliore forma fisica».
Ma la paura che il problema sia soprattutto psicologico è grande e in questo caso il tempo per guarire sarebbe ben più lungo. In ogni caso, per la Ducati la situazione è veramente difficile.
«Sarà dura disputare i prossimi tre GP senza Casey, ma in questo momento la sua salute è prioritaria», sottolinea giustamente il direttore sportivo Livio Suppo. A guardare le statistiche, però, c'è da stare poco allegri: da quando nel 2007 si è passati alle 800 cc, solo Stoner è andato forte con la rossa a due ruote. Nel 2007, Casey ha conquistato dieci vittorie e il titolo con 367 punti, 21 in più di quelli messi complessivamente insieme da Capirossi (1 vittoria, 166 punti), Barros (115) e Hofmann (65), gli altri piloti Ducati.

Ancora maggiore la differenza negli anni successivi: nel 2008, l'australiano ha vinto sei volte finendo secondo nel mondiale con 280 punti, 70 in più di quelli messi insieme dagli altri tre piloti di Borgo Panigale, mentre nel 2009, Stoner è terzo con due successi e 150 punti, contro i 120 complessivi dei quattro compagni di marca (Hayden 46, Kallio 34, Canepa 28 e Gibernau 12). Fuori gioco Stoner, con Pedrosa già molto staccato, la lotta per il titolo si riduce a una sfida tra i due compagni di squadra della Yamaha: saranno sette GP pieni di adrenalina.

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