La Storia negli occhi delle trasteverine

Anna Astrella

L’anima e la storia di Trastevere raccontate attraverso i volti delle donne che negli anni Settanta ne animavano i vicoli, i portoni, le strade e le osterie. A dar voce alla parte più intima di questo rione della capitale una serie di fotografie che sono protagoniste della mostra «Donne di Trastevere». Si tratta di oltre cento scatti eseguiti dal fotografo Emilio Gentilini, nel 1971.
L’esposizione, illustrata da un catalogo edito da Palombi, si avvale di un lungo lavoro che ha visto il fotografo aggirarsi per i vicoli trasteverini per otto mesi alla ricerca dei volti adatti a sintetizzare la quotidianità delle donne romane. E con la sua Nikon, Gentilini ha realizzato oltre cinquecento foto, di cui solo una parte ha trovato spazio nella mostra promossa dall’assessorato alle Politiche Culturali del Campi doglio e ospitata dal Museo di Roma in Trastevere. Le immagini, tutte in bianco e nero ed esposte per la prima volta al pubblico, nascono dalla consapevolezza di Gentilini del ruolo fondamentale delle persone comuni nel raccontare «i fatti della vita». In più le foto sintetizzano due mondi diversi che si incontrano: la modernità che avanza e i rituali immutabili nel loro ripetersi nel tempo. E così non mancano le prime ragazze in minigonna simbolo del tessuto sociale del rione che sta cambiando, con i trasteverini che lasciano i vicoli per abitare nei quartieri di nuova costruzione e contemporaneamente altri volti, diverse lingue e differenti culture che si affacciano nel cuore di Roma. Quindi accanto alle immagini «Trasteverine alla moda», «Smorfiosetta», o «Bella di Trastevere», si ritrovano anche volti e corpi di donne precocemente ingrossate dalla maternità e dal duro lavoro, si susseguono gli scatti delle animatrici della vita quotidiana: «L’ultima lavandaia» a piazza Mastai; «La bella carbonaia» di vicolo del Cinque; «La pastaia» a via del Moro; «La raccoglitrice di cartoni» di Santa Maria in Trastevere e «La fioraia» di piazza Sonnino. Insomma, i mille volti delle donne che con le loro personalità riempiono i vicoli della capitale e ripetono le abitudini e i gesti immutati negli anni: il paniere calato dal balcone dei piani più alti, le chiacchiere al mercato, le più anziane che sferruzzano al sole e in più le prime donne sedute all’osteria.


La scelta, poi, di raccontare proprio Trastevere tra i vari angoli della capitale deriva dalla convinzione di Gentilini che questa zona incarni «il rione matriarcale» della città; e così fino al prossimo 24 settembre, trasteverini, romani e turisti potranno ammirare gli scatti di una Trastevere che oggi ha abbandonato il suo vecchio look.

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