La storia sotto l’ombrellone

NAVIGATORI Cadelo racconta i nostri avi come «inventori» della scoperta geografica

La storia sotto l’ombrellone

Ripercorrere la storia di Roma, dall’antichità a oggi, tra leggenda, storia, arte e economia: il trend capitolino delle letture estive, quest’anno, è fare un salto indietro nel tempo, di secolo in secolo, con titoli per tutte le età ed i gusti, tra saggi e romanzi. Il percorso non può che iniziare con una guida. Si intitola Roma antica per venti sesterzi al giorno di Philip Matyszak, la «guida low cost nella Roma dei Cesari» (Garzanti), che accompagna passo passo il lettore-turista nella Roma del II secolo dopo Cristo, in un susseguirsi di consigli pratici e notazioni storiche. Da «Come arrivare» - «Tutte le strade, si dice, portano a Roma. Ma è importante scegliere bene quale strada prendere e quando prenderla» - ad alloggio, shopping, passeggiate, spettacoli e monumenti. Non mancano una cartina e un dizionario di frasi utili da usare all’osteria, al mercato e addirittura in incontri galanti, con tanto di citazione cinematografica dal film «Via col Vento», «Re vera, cara mea, mihi nil refert», ossia «A dire il vero, mia cara, non me ne importa nulla».
Antichità e viaggi sono pure i temi di Quando i romani andavano in America di Elio Cadelo (Palombi). Prendendo le mosse da rinvenimenti archeologici e letterari risalenti alla Roma dell’età classica che conterrebbero richiami all’America - non ultima la presenza di ananas tra le decorazioni dei mosaici - Cadelo descrive «scienze e conoscenze degli antichi navigatori», puntando l’attenzione sull’invenzione del moderno concetto di scoperta geografica, che per gli antichi non aveva valore, da cui la mancanza di una precisa documentazione dell’«esplorazione»: «Le isole, i continenti erano lì molto tempo prima che i Romani vi giungessero e il fatto che qualcuno avesse messo piede per la prima volta su una terra a lui sconosciuta non significava affatto che ne avesse il diritto di proprietà».
A viaggiare sono i miti in Ninfe nel mito e nella città della Grecia antica e a Roma a cura di Federica Giacobello e Paola Schirripa (Viennepierre). Create a immagine dell’uomo - per questo a lui più vicine - fanciulle vergini o spose prossime alle nozze, prede o predatrici, comunque legate a passione e sentimento, le ninfe hanno popolato l’immaginario delle civiltà classiche nella ricchezza delle raffigurazioni e metamorfosi, dalle «mutazioni» insite in molte delle loro storie a quelle iconografiche e concettuali che le hanno viste prendere corpo, nel vero senso della parola, e carnalità, trasformandosi radicalmente nel passaggio dalla Grecia a Roma. Attraverso più saggi di autori diversi, il libro le racconta, illustrando così «la storia delle difficile relazione tra l’uomo e le sue immagini».
Le «maschere» imposte dalla società sono al centro del romanzo storico Lucina. L’indecente soprano nella Roma del Papa Re, quinto libro del regista Luigi Magni (Marsilio): nella Roma di Meo Patacca e Pasquino, Canova e Pinelli, Lucina è un’orfana dalla splendida voce, che, non potendo esibirsi in pubblico in quanto donna, decide di fingersi castrato in attesa che la rivoluzione le dia il diritto di salire sul palco senza inganni. Il talento, accompagnato al coraggio insito nella sua vocazione al canto, e il desiderio personale di poter apparire e in questo caso, di conseguenza, essere, si incontrano con gli ideali giacobini in un avvincente intreccio di storie e personaggi tra ambizione, amori e rivolte, ma soprattutto sogno e illusione, che ha come sfondo e «abbraccio» quello del Tevere.
Dalla Roma del canto a quella degli atelier. LOttocento a Roma (Silvana), raccolta di diciotto testi scritti tra 1981 e 1999 da Stefano Susinno - per venti anni conservatore presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma - rivela il carattere di «officina» che la città aveva tra età napoleonica e restaurazione, superandone l’immagine tradizionale di presidio della tradizione classica, per scoprirne la modernità, testimoniata dalla ricca industria artistica che esportava opere, modelli e stile nel mondo, tra mercato e collezionismo, artisti italiani e non. Un’interessante rilettura dell’arte ottocentesca a Roma, «cassa di risonanza e luogo di verifica - come confronto - delle più moderne elaborazioni della cultura figurativa europea».
Il Novecento, e non solo, con le sue mode, rivive nelle immagini preziose di Bulgari (Electa), maison che quest’anno celebra centoventicinque anni di attività. Di grande formato e in un’elegante custodia, il libro, tra scatti in bianco nero, a colori e bozzetti, illustra la storia del marchio, dall’attività di argentieri in Epiro all’arrivo di Sotirios - fondatore della Casa - a Roma nel 1881, con «solo ottanta centesimi di lira in tasca», dall’esposizione e vendita, non senza fatica, di piccoli oggetti in argento al Pincio all’apertura del primo negozio romano, in via Sistina, che segnò nascita della griffe e inizio del successo. Una panoramica su oltre cento anni di storia e stile rappresentati da anelli, collane, orecchini, spille e quant’altro in un’immensa «vetrina» fotografica, non priva di testimonial vip, da Sophia Loren a Walt Disney.


Ai più piccoli pensa De Agostini con Il grande libro dell’Antica Roma, che racconta storia, religione, arte, economia e vita quotidiana, con testi interessanti e di facile lettura corredati da foto e disegni, spaziando da temi «classici», come le conquiste, ad altri più leggeri, come «L’arte della seduzione», tra trucchi e, anche qui, gioielli, senza trascurare la letteratura, da «L’infanzia della lingua», con canti religiosi e componimenti conviviali, a «I cantori del sentimento» - Catullo, Tibullo e Ovidio - e l’oratoria. Non manca un piccolo glossario. Una Roma tutta da sfogliare.

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