
Tra i nomi dei padri della cosiddetta «nuova musica», quello di Edgar Varèse occupa senz'altro un posto di prim'ordine. Nato a Parigi nel 1883 e dopo un inizio in sordina a Torino, dove studiò dapprima al Politecnico per poi dedicarsi alla musica, Varèse dovette aspettare il trasferimento negli Stati Uniti e i primi anni '20 per inaugurare il proprio percorso artistico incentrato sulla musica elettronica diventandone pioniere e, in seguito, nume tutelare. Ardito sperimentatore, il mancato ingegnere Varèse, con lo studio di quelle che chiamava «masse sonore», fu un antesignano della musica concreta ed elettronica: in Amèriques inserì una sirena dei pompieri, scrisse un brano per sole percussioni (Ionisation), fu lui il primo ad impiegare le Onde Martenot e nel 1933, quando nessuno manifestò interesse nel suo progetto di un centro di ricerca sugli strumenti elettrici, cadde in depressione. Ma era solo questione di tempo: quando la musica elettronica divampò negli anni '50, Varèse fu tra coloro i quali la tennero a battesimo dopo oltre vent'anni di visionarie sperimentazioni.
Di Edgar Varèse ricorre quest'anno il 60esimo anniversario della morte. Curiosamente, siamo anche nell'85esimo anniversario della nascita di Frank Zappa che, proprio di Varèse, fu devoto. Era l'inizio degli anni '50 quando un giornale americano, Look, in un reportage su un negozio di dischi newyorkese, scrisse che il venditore era talmente bravo da essere riuscito a vendere anche un disco di Varèse. Quell'articolo venne letto da Zappa, che si mise immediatamente alla ricerca dell'album. Riuscì a comprarlo a 3 dollari e 80 cent: il negoziante se ne sbarazzò così. Fu una folgorazione. Lo raccontò Zappa stesso in un articolo (Edgar Varèse: l'idolo della mia giovinezza): «Per ascoltare quell'album dovevo rimanere in camera mia. Mi sedevo lì ogni sera, lo ascoltavo due o tre volte e leggevo le note di copertina più e più volte. Mi piaceva la musica semplicemente perché mi suonava bene. Costringevo ad ascoltarla chiunque venisse a trovarci». Addirittura, riuscì a telefonare a Varèse grazie ai 5 dollari che gli regalò la madre per il suo quindicesimo compleanno: «Rispose sua moglie. Fu molto gentile e mi disse che lui era in Europa e di richiamare dopo qualche settimana. Così feci. Mi disse che stava lavorando a una nuova composizione chiamata Deserti».
Era Déserts per fiati, percussioni, pianoforte e nastro magnetico, eseguita in prima il 2 dicembre 1954 al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi: fu l'opera più simbolica della sua sperimentazione.
Zappa tentò anche di andare a trovarlo a casa e gli scrisse una lettera alla quale Varèse, il 12 agosto 1957, rispose: «Gentile signor Zappa, mi dispiace di non poter soddisfare la sua richiesta. La prossima settimana partirò per l'Europa e starò via fino alla prossima primavera. Mi auguro comunque di vederla al mio ritorno. I miei migliori auguri». Quella lettera venne incorniciata.
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