Streghe, amanti e mogli L’altra metà della storia

In un libro duemila anni di vicende cittadine al femminile. Da Eusebia imperatrice alla monaca di Monza fino alla poetessa Ada Negri

Sante o streghe che fossero, semplici mogli, invidiate imperatrici, «sventurate» monache, eteree muse o seducenti amanti. Siamo donne. In comune un denominatore che ha il profumo di una città: Milano. Sparse nei secoli, ma unite da un luogo nel quale sono arrivate in grazia di matrimoni, natali, voti conventuali, talvolta anche del caso. È una storia infinita quella che va raccontando Daniela Ferro nel nuovo libro Le grandi donne di Milano (Newton Compton, pagg. 512, euro 24), un titolo azzeccato che ha rinunciato a usare il termine «Storia» con la esse maiuscola, quella che mette una certa soggezione e verso la quale si nutre infinita riverenza. L’autrice racconta infatti molte storie, quelle appunto delle donne che, nel tempo, hanno popolato questa città, ma nessuna Storia, disciplina che pretenderebbe invece qualche testimonianza in più, quanto ad apparato di note, per avvalorare ciò che viene esposto man mano che si scorrono le pagine.
Così Daniela Ferro, da giornalista più che da storica, tratteggia le vicende con l’attenzione dettata dalla curiosità e il gusto dell’intrigo, dell’amore clandestino, della trama in virtù della quale il cattivo soccombe e il buono trionfa anche se la meritata vittoria ha un prezzo alto e la vita spesso non dà il tempo di assaporare la gioia di vedere il malvagio pagare il fio. È il cammino terreno di Bianca di Savoia, ma è in parte anche il caso dell’imperatrice Eusebia. O ancora l’infausta esistenza di Guglielmina la Boema, adorata come una santa da fedeli di dubbia serietà e in un attimo liquidata dalla Chiesa come eretica.
Ma si pensi anche a suor Virginia de Leyva, la «sventurata» monaca forzata. Manzoni viene così toccato nell’opera, attraverso la monaca di Monza, e la vita, con Giulia Beccaria, che di lui fu madre. Donna che molto amò riamata a sua volta, come del resto Paola Litta Castiglioni che si legò, ricambiata, a Giuseppe Parini.
Creature milanesi a tutto tondo che contrastano con il primo scorcio del libro in cui appaiono figure di origini per lo più straniere che a Milano hanno vissuto e legato anni importanti. Come in epoca recente è avvenuto solo per Ada Negri, poetessa lodigiana che sotto la Madonnina, ma non solo, ha vissuto e lavorato.

E in questa galleria di storie meneghine raccontate rigorosamente al femminile si torna con il rilievo dato a concittadine importanti di secoli a noi più vicini come per la sfortunata patriota Adelaide Bono Cairoli, o la battagliera Teresa Casati Confalonieri, la marchesa Luisa Casati Stampa, l’illustre e amata benefattrice Laura Solera Mantegazza, o infine la giornalista Camilla Cederna. Un viaggio interessante e una lettura distensiva con l’augurio di futuri aggiornamenti a testimonianza che Milano resti la culla di donne di prestigio.

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