Sturla Dopo la mareggiata, il deserto

C’erano solo i bagni Liggia a consolarsi: dai 46 mila euro di danni del 2008 ai 7 mila causati dalla mareggiata del primo gennaio di quest'anno. Molto peggio è andata alla società sportiva Urania di Vernazzola o all'Associazione sportiva Dilettanti Sturla. Martedì sera cittadini, pescatori e titolari di stabilimenti balneari si sono presentati in massa per sentire dalla viva voce degli assessori comunali Simone Farello (responsabile del Demanio Marittimo) e Mario Margini (Lavori Pubblici) quale sarà il futuro del Golfo di Sturla. Un golfo intero in balia delle onde che anche quest'anno hanno fatto danni per quasi due milioni di euro. Un incontro svoltosi presso la Società sportiva Sturla di via 5 maggio. Data della spedizione dei Mille che quest'anno verrà festeggiata nell'ambito delle celebrazioni dei 150 dell'Unità D'Italia. Non ci saranno a festeggiare, però, i Bagni Monumento posti proprio sotto la statua bronzea per i quali sembra già stata scritta la parola fine: «servirebbero 400 mila euro per ricostruire quello che il mare ha distrutto nello stabilimento balneare», spiega la titolare Rosa Piantoni che come altri forse sperava in un piano di intervento straordinario. «Il Comune ha già investito 500 mila euro, potremo raddoppiare la cifra per gli interventi più urgenti», si è limitato a dire Margini. «Tapulli», non esita a definirli Farello che scarica la responsabilità sullo Stato visto che «il Comune è tra i danneggiati e il 90 per cento delle imposte demaniali vanno al Ministero delle Finanze». Ma il presidente del Municipio Levante, Francesco Carleo, ha contestato l'intervento di ripascimento del Comune della spiaggia di Vernazzola. Decine di camion di ghiaia depositata prima dell'estate che a gennaio il mare ha spinto contro le case creando un trampolino artificiale per le onde.

Una situazione di rischio già segnalata dall'assessore municipale Giuliano Gattorno e che ha fatto ammettere a Farello «qualche intervento può essere stato tecnicamente sbagliato». E per il futuro? «Prima di ogni intervento - ha messo in guardia Margini - bisognerà decidere che cosa si può difendere e cosa va abbandonato al mare».

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