Sua Maestà Elisabetta è gelosa di questi tesori

Aperta per la prima volta al pubblico la sontuosa Royal Collection della Queen’s Gallery di Londra

Quando il puritano Cromwell confiscò e disperse i capolavori della magnifica collezione del re Carlo I - 1570 quadri e innumerevoli sculture venduti per quattro soldi - il danno fu grande ma non permanente perché dopo la Restaurazione della monarchia, nel 1660 Carlo II si adoperò per recuperarne almeno una parte, acquistando inoltre una serie di opere italiane dei secoli XVI e XVII.
E oggi la Royal Collection di Londra vanta una raccolta di maestri italiani dall’alto Rinascimento al Barocco da fare invidia alle altre grandi collezioni come quelle dell’Ermitage e del Vaticano. Circa duecento opere - 90 dipinti e 85 disegni - alcune note soltanto a una manciata di specialisti, la maggior parte mai vista dal pubblico, sono ora esposte nella rassegna «The Art of Italy in the Royal Collection: Renaissance & Baroque», in corso alla Queen’s Gallery di Buckingham Palace fino a gennaio.
I grandi nomi ci sono tutti, Bellini, Raffaello, Tiziano, Tintoretto, Caravaggio. Ma ci sono anche artisti meno noti come Garofalo, Savoldo, Fontebuoni, Fetti. In preparazione della mostra 35 dipinti sono stati restaurati, alcune attribuzioni riviste e corrette. Tutti appartengono alla sovrana, sparpagliati nelle varie residenze reali. Sono fondamentalmente una celebrazione del legato dei re Stuart. Carlo I, che Rubens definiva «il più grande estimatore di quadri fra tutti i principi del mondo», aveva riunito una collezione senza pari nelle corti europee dell’epoca, acquistando gran parte della collezione del duca di Mantova nel 1630. Carlo II, recuperati fra gli altri il ritratto imponente e barocco ante litteram di Andrea Odoni di Lorenzo Lotto e il celebre Giuseppe e la moglie di Putifarre di Orazio Gentileschi - entrambi nella rassegna -, aggiunse alla collezione la raccolta di disegni del Rinascimento, i Leonardo, i Raffaello, i Michelangelo. Degli Hannover, soltanto Giorgio III aggiungerà, grazie all’acquisto nel 1762 delle collezioni del console Smith a Venezia e del Cardinale Albani, nuove opere, fra cui il bel Ritratto di giovane (1505), di Giovanni Bellini.
Eccezionalmente ricca e differenziata, la mostra è allestita in tre sale abbaglianti. Nella prima, dedicata al Rinascimento, oltre ai due Tintoretto e alla dama del Bronzino troviamo, altrettanto forte, sia pure meno profondo, il ritratto sontuoso di Giulio Romano di Margherita Paleologo, futura duchessa di Mantova, il monumentale e disarmonico Venere e Cupido del Vasari meno interessante del misterioso e giorgionesco Gli amanti del Tiziano, del quale vediamo anche il notevole ritratto del Sannazaro.
Una stretta galleria ricoperta di dodici tavole (olio su rame) di Luca Giordano che illustrano La storia di Psiche e Cupido introduce la seconda sala del Barocco, rivelando immediatamente il ricco drappeggio tagliato in diagonale dalla donna riversa sul letto nell’opera grandiosa del Gentileschi, sapientemente affiancata da Giuditta con la testa di Oloferne di Cristofano Allori e dalla Salomé con la testa di San Giovanni Battista di Carlo Dolci. Di fronte, restaurate e definitivamente attribuite al Caravaggio, due composizioni fino a oggi ritenute versioni di opere perdute dell’artista: Ragazzo che sbuccia la frutta e La vocazione di San Pietro e Sant’Andrea.
Nella terza sala i disegni che accompagnano questi dipinti sono quasi una mostra a parte, esposti per secolo e regione, Firenze Roma, Bologna e le città dell’Italia del Nord, grandi Leonardo e Michelangelo, assieme a esemplari sublimi del Guercino, del Bernini, del Borromini.
Sono il coronamento di una collezione che la National Gallery di Londra e il British Museum corteggiano da tempo. La rassegna riaccende la polemica se sia giusto lasciare tanti capolavori distribuiti privatamente nei vari palazzi della Corona invece di collocarli nelle maggiori collezioni pubbliche. Ma finora la Royal Collection è difesa a spada tratta. La catalogazione, la conservazione, gli esperti e i curatori: tutto è finanziato dalla stessa Queen’s Gallery.


LA MOSTRA
«The Art of Italy in the Royal Collection: Renaissance & Baroque». Alla Queen’s Gallery, Buckingham Palace, Londra, fino al 20 gennaio. Catalogo Royal Collection Publications. Info: 44 (0)20 7766 7300.

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