Accelerare il parere sul vincolo che potrebbe rendere intoccabile il Meazza senza attendere il 2025, anno in cui la struttura del secondo anello (per primo e terzo anello è già stato escluso) compirà 70 anni di vita. È la richiesta che sindaco e club hanno rivolto ieri alla sovrintendente Emanuela Carpani, ottenendo in via informale un parere favorevole. Il primo marzo, dopo il primo incontro con Beppe Sala dopo la sua nomina, Carpani aveva escluso l'ipotesi. «Nel 2025 scatterà in automatico il vincolo? Non ho la sfera di cristallo - aveva risposto -, bisogna aspettare che maturi il requisito di legge o sarebbe un abuso di ufficio». L'incertezza sull'interesse culturale che potrebbe bloccare la demolizione unita al rischio di referendum sul nuovo stadio di San Siro progettato ormai 4 anni fa da Milan e Inter sono paletti troppo alti per investire in scioltezza 1,2 miliardi. Sala, su pressing dei club, ha convocato quindi l'incontro di ieri a Palazzo Marino per sciogliere almeno uno dei nodi, farà lo stesso col Collegio dei Garanti per il referendum. È durato un'ora, presenti per il Milan il ceo Giorgio Furlani e l'advisor Giuseppe Bonomi - assente il presidente Paolo Scaroni - e per i nerazzurri, l'ad Alessandro Antonello e il director of Infrastucture Development Mark Van Huuksloot. Alla fine scrivono una nota congiunta per riassumere la richiesta a Carpani di «verificare la sussistenza, in positivo o negativo, dei requisiti di interesse culturale sul Meazza senza attendere il 2025, quando raggiungerà il secondo anello raggiungerà i 70 anni facendo scattare l'obbligo di verifica». L'urgenza «deriva dalla necessità delle squadre di poter procedere nell'iter per il nuovo impianto» e il Comune «ritiene di dover evitare la presenza di due stadi adiacenti e funzionanti, sarebbe ingestibile per impatto su traffico, inquinamento acustico e sicurezza, quindi per la vita delle famiglie del quartiere. L'auspicio di tutti è avere in tempi brevi una risposta definitiva». Bonomi riferisce che «l'atteggiamento della sovrintendente è molto positivo». Off the records, dai club trapela che la risposta rischia di non avere comunque tempi brevi e certi, qualora subentrassero l Ministero o altri enti. Per il Milan il nuovo stadio è una priorità. La presenza al tavolo non si traduce con un ritorno di fiamma sul progetto condiviso con l'Inter, il patron del club Gerry Cardinale sembra averci messo una pietra tombale. Non butta l'acqua a mare senza valutare ogni aspetto ma ragionare con sempre più insistenza sui piani b, da Sesto a San Donato. In salita l'ippodromo La Maura che implica un percorso ancora più lungo e tortuoso. «Noi teniamo in mano ancora il dossier San Siro, che ha dei grandi punti di domanda - aveva detto Scaroni - ma ogni passaggio col Comune si traduce in più costi per noi, minore capacità di costruire Abbiamo un paio di ipotesi fuori città.
Costruire uno stadio a Milano è diventata impresa titanica, ovunque ci sono opposizioni agguerrite che obbligano a fare un passo indietro. Entro l'estate decideremo». Il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi attacca Sala: «Smetta di parteggiare per i club. La Sovrintendenza è ente di garanzia, ne rispetti ruolo e tempi».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.