Sull’Italia del Nord piovono satelliti «Restate al chiuso»

È grosso più o meno quanto un autobus, pesa quasi sei tonnellate e le probabilità che cada sulle nostre teste sono dello 0,9 per cento: remote, ma non nulle. Il sorvegliato speciale si chiama Upper atmosphere research satellite (Uars) ed è un vecchio satellite della Nasa in orbita dal 1991 e in disuso da sei anni. Tra questa sera e domani mattina si scontrerà con l’atmosfera, disintegrandosi in mille pezzi che arriveranno sulla Terra. Anche il Nord Italia è a rischio.
Questa volta non è la trama di un film hollywoodiano a sfondo catastrofico. Sono gli scienziati a prevedere l’impatto. Anche se l’ora X e il punto esatto sono impossibili da stabilire in anticipo. Un Comitato operativo della Protezione civile, cui partecipa l’Agenzia spaziale italiana, è riunito in seduta permanente. «Non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio - spiega il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli -. Purtroppo non c’è una letteratura tecnica su questo tipo di eventi, quindi vogliamo avvertire la popolazione di tenersi costantemente informata. Non si tratta di uno scenario cabalistico ma di una eventualità nemmeno tanto insignificante. Solo molto a ridosso, da un’ora a 40 minuti, della ricaduta dei rottami, si avranno informazioni più dettagliate». A quel punto il raggio di caduta sarà ridotto a 10-20 chilometri.
La traiettoria del satellite, lungo circa 10 metri e dal diametro di 5, cambia in continuazione. I bollettini di Nasa e Protezione civile sono in costante aggiornamento. Secondo una simulazione dell’agenzia spaziale americana comunque, l’Uars si scontrerà con l’atmosfera terrestre a una quota di 78 chilometri, questa sera intorno alle 19.15 (ora italiana). La fascia di allarme durerà però dalle 13 di oggi alle 5 di domani mattina e ci sono due «finestre» in cui la caduta sul suolo italiano è più probabile: tra le 21.25 e le 22.03 e tra le 3.34 e le 4.12. Per quanto riguarda le zone a rischio, il raggio interessato è di 800 chilometri e comprende, appunto, l’Italia settentrionale per un’area di 200 chilometri. Le traiettorie che i detriti potrebbero seguire sono due, una taglia tutto il Nord del paese, l’altra coinvolgerebbe solo il Nord-ovest. Sono in allerta Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria ed Emilia Romagna. I pezzi di satellite avranno velocità e dimensione variabile, ma gli scienziati dicono che saranno almeno 26 e che andranno dai 158 chili ai pochi etti di peso. «Il sistema internazionale di monitoraggio, che raggruppa 13 paesi - continua il capo della Protezione civile - stima la possibilità che ci siano vittime inferiore a una su 10mila». All’ipotesi di uno stop di treni, aerei e autostrade Gabrielli risponde che «sono decisioni che prenderà il Comitato tecnico scientifico in caso di necessità. Essendo coinvolte circa 10 milioni di persone, non pensiamo a un’evacuazione. Piuttosto puntiamo sull’autoprotezione».

Gli esperti consigliano di rimanere in luoghi chiusi, perché è «poco probabile» che i frammenti facciano crollare gli edifici. Potrebbero però sfondare i tetti, è meglio dunque scegliere i piani bassi. Nelle case infine i posti più sicuri sono i vani delle porte nei muri portanti.

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