Superbacino, via libera del porto Ma per i residenti «è un ecomostro»

Superbacino, via libera del porto Ma per i residenti «è un ecomostro»

(...) Gruppo dal quale, insiste Merlo, «ho ricevuto solo una lettera, con la richiesta di operare sino a settembre nell’area attuale», cioè il Multipurpose (a proposito: oggi, in un aggiornamento di comitato portuale, si arriverà all’assegnazione definitiva all’Ati Messina-Gavio). Ma questo non è possibile - aggiunge il presidente - perché l’area è assegnata e, soprattutto, perché il 15 luglio, con l’intervento di Ronco-Canepa, diminuiranno gli accosti. «E questo rende incompatibile, lì, la presenza di Grendi». Non basta: Merlo è un fiume in piena, forte di una posizione sostanzialmente solidale espressa dal comitato che censura il fatto che non sia stata individuata una soluzione. Il Gruppo Grendi, dunque, dal 1° luglio, non avrà alcun titolo per operare nel porto di Genova. «Per quello che riguarda il presunto accordo con il Vte - è ancora Merlo, visibilmente contrariato, a infierire - non c’è stata alcuna comunicazione relativa a intese previste dalla legge. Se arriveranno, le valuteremo, ma troviamo assolutamente irrispettoso che si pensi di mandare documentazione poche ore prima a fronte di situazioni note da mesi».
Passata la buriana Grendi-Vte-Authority, non è che il seguito all’ordine del giorno riporti la perfetta armonia, soprattutto pensando a quello che si è fatto e disfatto in passato e a quello che (forse) si farà. In ogni caso, del futuro (o futuribile?) superbacino, la cosiddetta «sesta vasca», di cui dovrà dotarsi lo scalo genovese per assecondare la vocazione alle riparazioni navali, si parla a lungo, a Palazzo San Giorgio. E si arriva a decidere di sistemare la struttura - sempre se e quando verrà costruita, ovvio - nell’area dove si trovava già il «vecchio» superbacino galleggiante, prima della sua s-vendita per un milione di euro e il suo trasferimento in Turchia (dove ora è in perpetua e fruttuosa attività). La collocazione, comunque, nell’area delle riparazioni - conferma il presidente Merlo -, sarà solo «provvisoria». Oddio, ricordando Ennio Flaiano, si potrebbe eccepire che, in un Paese come l’Italia dove «nulla è più definitivo del provvisorio», l’attributo pare fatto apposta per tacitare momentaneamente il «Comitato Porto Aperto» che contesta il posizionamento di fronte a Carignano. Ma intanto, si va avanti. L’altro Comitato, quello portuale - sta scritto in una nota - ha approvato la delibera di indirizzo che riguarda la realizzazione del superbacino, le procedure per i finanziamenti, e gli approfondimenti ambientali, con un percorso che si dovrà concludere entro l’anno. «Il sito individuato e approvato - è sempre il presidente a sbilanciarsi - è compatibile dal punto di vista urbanistico e di fondali».

Ma il Comitato Porto Aperto, che parla di «un vero e proprio ecomostro», ricorda di non essere contrario al bacino, ma solo a un suo posizionamento sbagliato. Così, tanto per non smentire qual è il vero e unico «porto dei veleni».

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