"La svolta da cantautrice cantando gli amori nascosti nell'ombra"

Esce il nuovo disco che si allontana dal rap: "Sono una persona che si annoia in fretta"

"La svolta da cantautrice cantando gli amori nascosti nell'ombra"

Madame, lei non ha paura di perdersi?

«No, anche se non sono mai stata dritta».

Anche all'ultimo Sanremo è arrivata «storta» dalle polemiche.

«Mi diverto quando c'è qualcosa di difficile da affrontare.

Prima il titolo cambiato della canzone. Poi la questione green pass.

«Il titolo della canzone è davvero stato cambiato pochi minuti prima dell'annuncio. Non è la prima volta. Ho cambiato titolo all'ultimo anche a un mio disco».

Senza dubbio Francesca Calearo detta Madame, 21 anni compiuti a gennaio, ha una marcia in più e si è capito anche ieri sera in un piccolo club alla periferia di Milano, il District 272, dove ha presentato il nuovo disco che si intitola L'amore. Un disco che è praticamente un concept album sulle facce più, diciamo così, cupe e strane dell'amore perché «io sono attratta dalla disperazione, la banalità mi annoia». Quindi nel disco spuntano una prostituta, una ninfomane, una donna potente e persino Madame stessa («ma non vi dirò mai quale mia canzone parla di me»). Ma spunta soprattutto la capacità di scrivere bene e accidenti se è ormai raro. Madame sa scrivere testi che magari sono controversi e divisivi (ad esempio Donna vedi) ma non sono il solito agglomerato di luoghi comuni e parolacce srotolati dal novanta per cento dei suoi coetanei.

È vero, Madame, in L'amore non ci sono parolacce. E dire che lei prima...

«A dirla tutta, ne scrivo molte nei miei testi, ma poi non le pubblico».

Pudore?

«Mah, credo che molto dipenda dal contesto».

Ossia?

«Mi spiego. Se in un bar del Veneto (lei è della provincia di Vicenza ndr) a uno che gioca a briscola in un bar scappa un porco, ci può stare. Sul palco di Sanremo secondo me no».

Questo disco è la sua svolta cantautorale.

«Diciamo che il mio dischetto rap l'ho già fatto e mi annoio in fretta».

Quindi basta con il rap?

«Non so, magari in futuro. Ma questa scelta non è studiata a tavolino».

Spontaneità?

«Semplicemente non mi sono venute canzoni che parlassero del concetto di questo disco e avessero una trama urban».

Madame sul palco da cantautrice con una band che suona per davvero. Il 21 ottobre debutta al Forum di Assago.

«Porterò sul palco anche le influenze di questo disco, come De Andrè, Lars Von Trier, Battiato, Guadagnino, Nabokov e anche Anne Sexton, il suo Libro della follia raccoglie alcune delle poesia più belle che abbia mia letto».

Canta di amore. Che cosa è l'amore per lei?

«Ciò che si crea al di là di tutte le convenzioni».

Lei ha scoperto che «è l'amore che muove tutto». Anche quello tossico?

«Io qui canto l'amore che vedo e lo vedo come essenza, anche se talvolta è declinato in modo sbagliato. C'è amore anche dove non c'è luce».

L'amore che prova com'è?

«Il più sano possibile».

Mai tossico?

«Se ci sono state tossicità, sono andata dall'analista».

Sembra che Madame e Francesca Calearo siano due persone distinte.

«Per ora me la sono cavata distinguendo tra quella che è la mia vita privata e quella che è la mia vita artistica. Può essere che sbagli, come ho sbagliato. Anzi, di sicuro sbaglierò ancora».

E il pubblico?

«Spero che mi continui a seguire. Chi non mi seguirà più, vuole dire che il legame non era abbastanza forte».

Ma è preoccupata di sbagliare?

«Ho tante diverse faccette, non posso sognare che brillino tutte».

Madame è fidanzata?

«Francesca fa la propria vita. Madame è single e casta».

Quindi c'è uno sdoppiamento.

«Madame usa le parole per provocare una reazione, per sedurre o irritare o disturbare. Ma ciò non coincide necessariamente con quello che pensa Francesca. Mi piace la perversione delle parole, dove per perversione penso a nulla di morboso ma al significato latino di allontanarsi dal significato principale».

A Sanremo ha cantato Il bene nel male.

«E avevo paura che le polemiche mi potessero togliere la gioia e la gratutudine di essere su quel palco. Ma poi mi sono divertita».

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