«Téléthon? Sono dei parassiti». In Francia scoppia la polemica

Anche la beneficenza fa litigare. Anche la beneficenza getta benzina sul fuoco della casa socialista francese già dilaniata da rivalità e veleni. A mettere zizzania stavolta è Pierre Bergé, cofondatore della maison Yves Saint Laurent, compagno dello stilista francese morto lo scorso giugno. Uomo d’affari impegnato nel sociale in qualità di presidente di «Sidaction», l’associazione che si occupa della raccolta fondi per la lotta contro l’Aids, Bergé ha sparato a zero contro Téléthon, la maratona televisiva promossa dall’Associazione francese contro le miopatie (Afm) che il 4 e il 5 dicembre chiamerà i francesi a raccolta per un gesto di solidarietà in denaro, utile a combattere la distrofia muscolare e altre malattie genetiche. Téléthon «vive come un parassita sulla generosità dei francesi», ha attaccato Bergé dai microfoni di France Info, durante il programma «Parlons Net». «Lo fa in maniera populista», ha aggiunto. E poi giù ancora più pesante: «Lo fa esibendo le disgrazie dei bambini. È inammissibile». Bergé distingue il sistema americano da quello francese - «negli Stati Uniti il denaro raccolto viene diviso fra varie organizzazioni» - e attacca il sistema di casa sua: in Francia «cento milioni di euro per Téléthon non servono proprio a niente, se non agli organizzatori, che hanno troppi soldi e comprano immobili. Non è così che si fanno le cose».
Miccia più esplosiva non si poteva innescare. Così tantissimi tra uomini di spettacolo, politici e medici si sono mobilitati in soccorso di Téléthon e hanno replicato al milionario definendo «assolutamente sterile» il suo attacco e accusandolo di puntare il dito contro un’istituzione che ogni anno coinvolge milioni di francesi in un gesto di beneficenza che per molti giovani è anche il primo della loro esistenza. Immediata è arrivata anche la replica dei diretti interessati. La presidente di Afm, Laurence Tiennot Herment, «sotto choc» per il colpo subìto, ha sottolineato che la sua associazione «non fa alcun investimento finanziario nel settore immobiliare. Semmai impegniamo qualche volta mezzi finanziari per la costruzione di edifici». Ma tutti rigorosamente utilizzati per le famiglie dei malati o dedicati alla produzione di medicine per le malattie rare. E il ministro della Ricerca, Valérie Pécresse, ha difeso il ruolo «cruciale» delle associazioni e ha ricordato «che i fondi per Téléthon finanziano il 70 per cento della ricerca sulle malattie rare».
La polemica si è presto trasformata anche in una querelle politica, l’occasione per chiamare in causa la leader dei socalisti francesi Ségolène Royal, che in effetti «non si è pronunciata sulle sorprendenti dichiarazioni di uno dei suoi», ha accusato il portavoce dell’Ump, il partito del presidente Nicolas Sakozy.
Storico paladino della battagli per i diritti degli omosessuali (ha passato la vita al fianco del compagno Yves Saint Laurent), «uomo di sinistra» come lui stesso si definisce, a 79 anni Bergé è uno dei principali finanziatori della Royal e considerato il suo «mecenate». Un ruolo che Bergé rivendica apertamente. Ed è per questo che la polemica che lo vede protagonista non può non coinvolgere anche la dame della sinistra francese.


Intanto il milionario ha promesso che i soldi raccolti dalla vendita all’asta degli oggetti accumulati nella vita a due con lo stilista francese (compresa un’eccezionale collezione di arte privata) finiranno nella ricerca per la lotta contro l’Aids. In tutto sono 9 milioni di euro, più del doppio di quanto avesse previsto Christie’s.

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