«T-Rex», quanta paura coi dinosauri in 3D

Roberta Pasero

da Riccione

Provate voi ad essere inghiottiti dalle fauci di un dinosauro, alto ventidue metri, quanto un palazzo di sette piani, e largo ventinove, quanto una balenottera azzurra, un tirannosauro che buca lo schermo gigante grande seicento metri quadrati e va a finire dritto contro gli spettatori. Emozioni extra large che capitano soltanto indossando un paio di occhialini polarizzati di plastica per vivere un’avventura in tre dimensioni, quella di T-Rex - Ritorno al cretaceo, la pellicola che da sabato per quarantacinque minuti farà tremare anche gli spettatori italiani al teatro Imax del parco Oltremare di Riccione. Un film che dal 1999 ad oggi ha incassato 100 milioni di dollari, un record assoluto per questo genere di pellicole girate esclusivamente per il circuito dei cinema supertecnologici (di solito quelle di successo ne incassano al massimo 6 milioni l’anno) e che finiscono sullo schermo proiettate grazie a un fascio luminoso da 15mila watt visibile a occhio nudo persino dalla luna. Ma cosa accade al rettile tiranno di T-Rex – Ritorno al cretaceo? Il film racconta l’avventura preistorica di una ragazzina, figlia di un paleontologo e desiderosa di conoscere i misteriosi animali del nostro trapassato remoto, che improvvisamente torna indietro di 65 milioni di anni, nel periodo in cui gli pterodattili si libravano nel cielo e già non era un piacere incontrarli. Un viaggio incredibile, anche per gli spettatori, che si conclude con un a tu per tu con il Tirannosaurus Rex, il re dei rettili tiranni, il più grande carnivoro mai vissuto sulla terra, e che ha un suo fondamento scientifico anche perché per girarlo il regista Brett Leonard e il suo staff tecnico si sono avvalsi della collaborazione dei paleontologi del Museo di Storia Naturale di Los Angeles e del dottor Philip J. Curie curatore della sezione dinosauri del Museo di Paleontologia Royal Tyrrell di Alberta, in Canada.
Un altro esempio di cinema del futuro che risale al 1967, anno del brevetto canadese, e alla prima sala aperta a Osaka due anni più tardi. Trentasei anni dopo questi teatri sono 247 distribuiti in tutto il mondo, soprattutto in Nord America, due soltanto in Italia, qui a Riccione e a Taranto, e il 50% è situato all’interno di parchi tematici, musei, acquari e multisale.

«Di solito ad avere successo nei cinema tecnologici dallo schermo gigantesco sono soprattutto i documentari, per questo ne vengono girati una ventina all’anno appositamente per le sale Imax contro le sei o sette pellicole hollywoodiane che soltanto dopo l’uscita nel formato classico a 35 millimetri sono trasposte anche in quella a 70 millimetri a 15 perforazioni, caratteristica di questo tipo di film: qualcosa cambierà con il prossimo Harry Potter che uscirà contemporaneamente nelle sale tradizionali e in quelle Imax per la gioia di chi ama incantesimi a formato gigante», spiega Roberto Righi, direttore del teatro di Oltremare dove T-Rex - Ritorno al cretaceo verrà proiettato a oltranza, fino a quando, cioè, vi saranno spettatori disposti a farsi spaventare da effetti speciali preistorici.

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