Tacchi, borsa e cappello: è tutta roba da uomini veri

FirenzeEleganza fa ancora rima con stravaganza? Al Pitti dicono di no e stiamo parlando degli oltre mille espositori che in questi giorni hanno presentato a Firenze le collezioni maschili per l'inverno 2012. "Un uomo vestito normale in modo speciale è quel che ci vuole" spiega Nicola Bardelle direttore creativo di Jacob Cohen, il marchio che ha cambiato i connotati al jeans registrando un sonoro più 25 per cento nel fatturato del 2010. Sono prevedibili aumenti anche maggiori visto l'interesse suscitato da proposte come il jeans in lana e cashmere a quadrettini che in realtà è un robusto tessuto da cappotto tinto in capo con un bellissimo effetto frosted. Strepitosa anche l'idea del jeans eco friendly realizzato in denim kurabo (il più pregiato che ci sia) lavorato su piccoli telai e con una speciale tintura vegetale. Formidabile, infine, il modello Academy ispirato ai Chinos americani però in lana lavata e con gli interni in tessuto mimetico proveniente dal surplus militare. All'evoluzione della specie jeans pensa anche Isaia, marchio di alta sartoria napoletana con un altissimo senso dell'ironia. Per cui oltre al taglio impeccabile che allunga e "sfina" di default anche chi non ha un fisico da bronzo di Riace, all'interno del capo, sulla cimosa, viene scritto uno di quei proverbi partenopei che ti fan morir dal ridere per via delle parolacce in rima con Oronzo o peggio ancora. Raccolti in un libretto che Isaia regala ai suoi clienti, i 41 proverbi da jeans sono un concentrato di saggezza popolare. Sono invece ispirate dal mito del buon selvaggio di Russeau le maglie di Keep Wild con stampa digitale di lupo e gufo: due animali considerati totem o guardiani che dir si voglia dalla tradizione indiana d'America. Considerato un maestro, il lupo dovrebbe bilanciare l'individualismo con il senso d'appartenenza al gruppo, mentre il gufo donerebbe la chiaroveggenza. Vero o falso che sia, le maglie sono comunque bellissime, in morbida lana merinos extra fine. Da Marina Yachting, griffe che ha ritrovato una precisa identità nelle capaci mani di Remo Ruffini, patron di Moncler, non c'era nemmeno una stampa ma un uso addirittura supremo del bianco corda e del blu navi sui classici modelli marinari riveduti e corretti nelle proporzioni. L'unica stravaganza in questo caso è registrare il nome Pickot per quel divino giaccone doppiopetto che da sempre si chiama Peacot e rende qualsiasi uomo fascinoso e chic come Corto Maltese. Stravagante al punto giusto e proprio per questo molto elegante la cosiddetta Archaic Winterr Jacket in bouclè di lana misto lino con insolite tessiture a telaio di Gazzarrini. Del resto Marco Ciampalini, direttore creativo del brand, vanta esperienze negli uffici stile di Vuitton, Marithè e François Girbaud, Alessandro Dell'Acqua e Helmut Lang: un palmares di grandi firme. Sul fronte colori stavolta sarà dura battere Massimo Piombo per la perfetta alchimia creata tra tinte squillanti come giallo zafferano, verde lime oppure viola cardinale e i tipici tessuti corposi della tradizione vestimentale britannica. Lo stilista ligure dotato di un pessimo carattere e di un ottimo gusto, anche stavolta riesce ad andare con i vestiti oltre la moda, nei modi. Anche Lardini punta ai tessuti inglesi del primo '900 tipo per costruire una collezione piena di charme perché con i moderni procedimenti tessili perfino lane e flanelle cardate diventano morbide e leggere senza perdere quel certo non so che di rustico sex appeal. Per il marchio Shaft Jeans i designer hanno setacciato gli archivi dei tessutai fiorentini alla ricerca delle antiche armature a telai su cui costruire mischie di lana e cotone, cashmere e cotone, lana ed elastan con un piacevole sapore vissuto.

Da qui l'idea di realizzare una collezione ispirata allo stile delle case di caccia toscane negli anni Trenta. Jeckerson continua invece a ispirarsi al golf per gli inconfondibili pantaloni con la toppa su cui asciugarsi le mani. Insomma il vero motore della moda sembra essere un nuovo modo di guardare al vintage.