Angelo Allegri
da Milano
Per Vincent Bolloré è quasi ovvio che Mediobanca e Generali «giochino un ruolo» di supporto a Olimpia-Pirelli nella vicenda Telecom. «Sono già azionisti, è normale che sostengano una grande società italiana». Parole pronunciate mentre il finanziere, rappresentante dei soci francesi in Mediobanca, si apprestava a partecipare al direttivo del patto di sindacato di Piazzetta Cuccia. Parole che facevano ipotizzare una riunione in cui si sarebbe affrontato il tema Telecom e che invece sono state ridimensionate dalle dichiarazioni rese dai partecipanti alluscita del vertice. «Non si è parlato di Telecom e di un eventuale ingresso di Capitalia in Olimpia», ha detto il presidente della banca romana Cesare Geronzi. «Non vedo che cosa centri Telecom con il direttivo del patto di Mediobanca», ha risposto quasi piccato ai giornalisti Giampiero Pesenti. Proprio nessuna dichiarazione, infine, dal principale interessato, Marco Tronchetti Provera. Lo stesso Bolloré, peraltro, a una domanda su un ingresso di Mediobanca e Generali in Olimpia, aveva già risposto «non lo so, nessuno me ne ha parlato».
Almeno formalmente dunque la situazione resta fluida e i rumors degli ultimi giorni non sembrano ancora per il momento essersi indirizzati verso un piano dazione dettagliato. Lipotesi più gettonata resta quella di una cordata italiana pronta ad accorrere a supporto di Pirelli. Ieri il gruppo della Bicocca ha rilevato le quote di Intesa e Unicredit per poco più di un miliardo ed è salita all80% di Olimpia. Con il nuovo esborso il suo indebitamento si situerà a fine anno intorno ai 2 miliardi. Più o meno di tre miliardi è quello di Olimpia. Una eventuale svalutazione delle quote possedute in Telecom senza larrivo di nuovi soci in grado di apportare capitali freschi farebbe peggiorare sensibilmente il rapporto tra debiti e patrimonio. E quanto a nuovi soci si esclude larrivo di partner industriali (che non acquisirebbero mai quote di minoranza e, volendo, potrebbero con facilità entrare in Telecom) o di fondi internazionali (acquistano indebitando la società acquisita ma in questo caso i debiti già abbondano).
Restano (oltre ai già soci Benetton) le istituzioni finanziarie della penisola interessate a acquisire posizioni nel sistema industriale (e di potere) italiano e attente agli affari che da una partecipazione strategica può portare con sé. Mediobanca e Generali (già socie di Pirelli rispettivamente con il 4,45% e il 4,26 e di Telecom entrambe con una quota vicina al 2%) sono le prime indiziate. Ciò detto le prime reazioni di Trieste ai rumors sembrano caratterizzate da una certa freddezza. Sfuggente appare poi la posizione di Capitalia, anchessa (come Mediobanca e Generali), nel patto di sindacato di Pirelli. Alcune fonti riferiscono dellimpegno di Geronzi sul dossier, mentre altre «raffreddano» linteresse per loperazione.
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