Quaranta persone di origine curda, residenti tra la Lombardia, la Toscana e il Lazio, risultano indagate per terrorismo internazionale in un’inchiesta, da poco chiusa, della Procura di Milano. Da quanto si è saputo, i curdi sono accusati di aver raccolto fondi per finanziare azioni violente del Pkk in Turchia.
I quaranta indagati di origine curda, in gran parte nati in Turchia e residenti a Milano e nell’hinterland (ma alcuni anche nel Lazio e in Toscana) devono rispondere del reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale (previsto dall’art. 270 bis del codice penale). Da quanto si è saputo, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm di Milano Elio Ramondini e condotta dai carabinieri che hanno notificato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini, gli indagati sono accusati di essersi associati "allo scopo di compiere atti di violenza all’interno dell’organizzazione sovranazionale" del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui leader è Abdullah Ocalan e che è radicato in Turchia. Da quanto si è appreso, alle quaranta persone, alcune delle quali lavorano da anni in Italia e gestiscono anche delle attività commerciali, viene contestato, in particolare, di aver raccolto e inviato soldi in Turchia per 538em;">finanziare i combattenti del Pkk che avrebbero compiuto azioni violente in Turchia. I quaranta curdi residenti in Italia avrebbero, dunque, agito, secondo l’accusa, all’interno dell’organizzazione, ritenuta terroristica, del Pkk.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.