Tesseramenti fasulli: ora la Margherita vuol cacciare i colpevoli

Riunioni a porte chiuse dei Dl che cercano di trovare i responsabili. Prodi: Partito democratico entro il 2009. Nei Ds guerra dei sondaggi

Roberto Scafuri

da Roma

Una lista del Partito democratico sarà pronta per le Europee del 2009, assicura Romano Prodi. «L’80 per cento degli iscritti ai Ds e l’85 per cento dell’elettorato condivide la scelta del Pd», regge il moccolo Piero Fassino, citando dati di «un sondaggio che abbiamo fatto fare». Guai a parlar di iscritti, però, e anche di sondaggi. «Non vorrei che fossero i medesimi che, solamente qualche mese orsono, davano con certezza 6/7 punti di vantaggio al centrosinistra su Berlusconi», ironizza Cesare Salvi, leader della sinistra ds. «Sarò forse superato - sospira -, ma per sapere come la pensano gli iscritti ai Ds conosco un solo modo, fare subito un Congresso straordinario, con regole democratiche e trasparenti...».
Le regole democratiche e «trasparenti» dei congressi: ecco l’altro corno del problema, anzi il vero e proprio «trappolone» nel quale si è imbattuta la Margherita. È accaduto infatti che il telegiornale satirico di Canale 5, Striscia la notizia, la scorsa settimana abbia messo il dito nella piaga dei «falsi tesseramenti» ai partiti, insignendo il leader dei Dl, Francesco Rutelli, del Tapiro d’oro per l’alto numero di iscrizioni fasulle. Ieri Striscia ha raddoppiato, subissata dalle segnalazioni di persone che si sono viste recapitare a casa tessere della Margherita con tanto di nome, cognome, indirizzo e data di nascita. In barba alla legge sulla privacy e alla volontà dei telespettatori intervistati di iscriversi al partito di Rutelli. Una pratica che ebbe il suo momento aureo nella prima Repubblica, in specie ai congressi Dc.
La prossima primavera toccherà alla Margherita - in contemporanea con i Ds - il congresso di scioglimento nel Partito democratico, e dunque quelle centinaia di migliaia di tessere «sospette», come ha denunciato il prodiano Willer Bordon, sono diventate davvero «preziose» (se non altro per stabilire le cariche nel futuro Pd). Così ieri sera si è tenuta una riunione a porte chiuse dei responsabili del partito con la commissione tesseramento. Essendo rappresentate tutte le correnti, sono volati stracci, accuse e sospetti. Anche perché a capo dell’organizzazione negli ultimi anni è stato Franco Marini, ma da mesi ha traslocato a Palazzo Madama, in qualità di presidente del Senato. E, dunque, i mariniani non ci stavano a diventare capri espiatori. Passando alle contromosse, si è deciso in pratica di azzerare l’intero tesseramento alla Margherita, chiedendo a ogni iscritto di confermare, cancellare o rettificare la presunta iscrizione. Saranno poi espulsi i dirigenti dei circoli territoriali dove risultassero più di tre tessere false. Ai congressi territoriali potranno partecipare e votare solo gli iscritti che si presenteranno di persona col documento di identità, scongiurando la prassi dei «pacchetti di tessere». E saranno validi i voti solo se avranno votato i due terzi degli iscritti; se i votanti saranno inferiori al 30% rispetto agli iscritti, il circolo sarà commissariato.
L’imbarazzo della Margherita di fronte a questa vera e propria bufera dell’organizzazione era già palpabile ieri pomeriggio, quando l’ufficio stampa ha diramato una nota nella quale si ricordava come «il presidente del partito Rutelli ha personalmente inviato le tessere a tutti gli aderenti (sic!) invitando chiunque riscontrasse anomalie a segnalarle immediatamente...». La nota non escludeva che «errori e strumentalizzazioni» siano «sempre possibili in presenza di un meccanismo che contempla adesioni dirette e prive di alcun filtro che possono essere inviate a livello centrale, oppure operazioni di accrescimento anomalo delle tessere a opera dei circoli locali». Che ci fosse «qualcuno che bara» l’aveva ammesso persino Rutelli in tv.

Ieri Bordon (presente alla riunione) ha sparato a zero sui «signori delle tessere» e sul vorticoso aumento di adesioni: «In un anno, da 250mila a 450mila non in presenza di un nostro particolare incremento elettorale... A Roma e in molte regioni del centro-sud fino al 30-40 per cento di tesserati in più».

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