Come si comunica «la Chiesa» nei mass media? Che cosa fa notizia oggi della Chiesa? È un partito, una lobby di potere, una realtà inafferrabile? Sono i media che non la capiscono o è la Chiesa che non riesce a far passare il «cuore» del suo messaggio? Si è cercato di rispondere a queste domande ieri mattina a Milano, al Circolo della Stampa, in occasione dellannuale incontro del cardinale Dionigi Tettamanzi con i giornalisti per la festa del loro patrono, San Francesco di Sales. Con larcivescovo sono intervenuti la sociologa Chiara Giaccardi e tre direttori di quotidiani: Ezio Mauro (La Repubblica), Ferruccio De Bortoli (Il Corriere) e Marco Tarquinio (Avvenire).
La professoressa Giaccardi ha proposto un nuovo «patto comunicativo», chiedendo ai media di accettare la Chiesa per ciò che essa è realmente. Il direttore di Repubblica ha giustificato lampio spazio concesso dai giornali italiani alla Chiesa a motivo della tradizione del nostro Paese ma ha paventato il rischio che essa finisca talvolta per apparire come una lobby di pressione, intenzionata a condizionare il libero dibattito, ad esempio sulla bioetica. «Vedo il rischio ha detto il giornalista di trasformare la fede cristiana in galateo morale e di trasformare la legge morale e la precettistica della Chiesa in norma per tutti».
De Bortoli ha detto che oggi la Chiesa è chiamata a una «supplenza di identità a causa della mancanza di valori, anche civili», e ha fatto però notare come sia «venuta meno la rappresentazione della Chiesa nella sua quotidianità, nel suo straordinario vissuto nellassistenza e nel volontariato». E ha auspicato una maggiore attenzione dei media alla dignità delle persone.(...)
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