Il Tg2 di Mazza si abbatte su Grillo: alla fine qualcuno potrebbe sparare

Il direttore accusa il comico di istigazione alla violenza con le sue invettive. La replica: un delirio

Il Tg2 di Mazza si abbatte su Grillo: alla fine qualcuno potrebbe sparare

Roma - Un editoriale dai toni forti, tagliati. Pacatamente ma ferocemente polemico, contro Beppe Grillo. Mauro Mazza si presenta sul piccolo schermo, nell’edizione delle 13, sciorinando un interrogativo urticante e provocatorio: «Cosa accadrebbe se un mattino qualcuno, sentiti quegli insulti contro Tizio o Caio premesse il grilletto?». Una domanda sostenuta da un ragionamento che paragona lo showman genovese ai terroristi degli anni di piombo (ma che non trova il consenso di Gianfranco Fini). E che - nel giorno in cui Michele Santoro annuncia che il suo nuovo Annozero parte da Grillo - innesca un cortocircuito di polemiche tra il mondo della politica (che in gran parte applaude) e quello della rete (che sul blog dell’artista genovese sciorina insulti di fuoco).

Insomma, una nuova giornata di passioni nella terza repubblica internautica, un altro atto di quella che forse passerà alla storia come la prima guerra punica fra «politica» e «antipolitica». Grillo risponde con un algido no comment alle accuse del direttore del Tg2, ma poi riproduce l’editoriale in integrale sul suo sito (beppegrillo.it), corredandolo con un titolo lapidario e inequivocabilmente ironico: Informazione di Stato (scatenando la ridda delle reazioni). Mazza dice di considerare Grillo come i propagatori dell’odio negli anni Settanta: «Una volta in Italia- spiega il direttore del Tg2 - c’erano i cosiddetti cattivi maestri che additavano come nemico un commissario di polizia, un giornalista, un magistrato. E accadeva, purtroppo, che qualcuno pazzo o meno andasse, premesse il grilletto e qualche volta uccidesse. Oggi non abbiamo più, per fortuna, maestri cattivi né buoni». Ma... «qualche apprendista stregone, evidentemente sì. La Storia, si dice, una volta tragica quando concede repliche diventa farsa. Ma cosa accadrebbe - chiede Mazza - se ci fosse un percorso inverso, dalla farsa alla tragedia?».

Se il direttore del Tg2 attacca alla baionetta, Santoro mostra cauta simpatia, presentando il suo Annozero (in onda stasera sulla stessa rete) tutta dedicata a V-day e dintorni: « Il filo conduttore della puntata - spiega - sarà rappresentato dallo “spernacchiamento” dei cittadini che attraversa il Paese e indirizzato al potere politico che è percepito come molto distante - osserva Santoro - sia da chi ha convinzioni di destra e sia di sinistra». Nel Palazzo, invece, sono molti i consensi per Mazza, a partire dall’Unione: «Ha posto un problema vero», spiega il democratico Renzo Lusetti . «Grillo ha offeso migliaia di malati», si lamenta Rocco Pignataro, deputato udeurrino. «I fan di Grillo riflettano sulla sua violenza verbale», ammonisce Marco Follini, dall’Italia di mezzo. Nel centrodestra An e Forza Italia (da Maurizio Gasparri ad Altero Matteoli, da Fabrizio Cicchitto ad Antonio Tajani) fa quadrato su Mazza. Diversa l’opinione di Fini: «Francamente - osserva il leader di An - non credo ci sia il rischio che qualcuno possa prendere le pistole». Più salomonico l’ex ministro leghista Roberto Castelli: «Dissento. Ma finchè non fa apologia di reato può dire quel che vuole».

Ma i «grillanti» (oltre 300 commenti sul sito) sono meno flemmatici del loro leader. Chi riproduce lettere di protesta inviate alla Rai, chi accusa Mazza di essere «servo di Regime», chi - come il signor Enzo Nevio - rispedisce l’accusa al mittente in maiuscolo: «MAZZA, TERRORISTA DI STATO. VERGOGNATEVI!». C’è chi la violenza la evoca come risposta esasperata: «Se qualcuno sparerà - scrive Fabrizio Pecoraro - sarà una conseguenza... Al punto in cui siamo non c’è una soluzione civile per tutta la situazione e d'obbligo quindi abbattere - figurativamente - tutto il sistema e ricostruirlo»). Poi chi - Lorenzo Gai - vede analogie tra Mazza e il film-fumetto-cult del grillo-mondo: «Quante somiglianze con il Fumetto V-per vendetta e il film omonimo.

Dopo l’apparizione di V il premier decide di comparire in diretta Tv dopo lungo tempo di assenza. Poi da ordine ai mezzi di informazione di ricordare perché hanno bisogno di un governo forte e cioè per paura del disordine». In questa fase Grillo sembra così: più lo si attacca, più si rafforza il suo consenso.

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