Tintarella alla Fincantieri: la Fiom conferma i fatti

L'articolo a firma apparso a pagina 13 della cronaca nazionale de "Il Giornale" del 12 settembre scorso sulla Fiom di Genova e sulla presunta difesa di due operai fannulloni, contiene una serie di informazioni non vere; tutto ciò è probabilmente dettato dal fatto che l'unica fonte d'informazione è l'azienda perché nessuno della Fiom di Genova o dei delegati della Fincantieri ha mai avuto il piacere di rilasciare al cronista in questione le dichiarazioni virgolettate riportate nell'articolo.
Inoltre, l'incontro citato presso la Direzione Provinciale del Lavoro avvenuto due mesi fa non riguardava la contestazione disciplinare dei due lavoratori citati, ma l'utilizzo improprio, illegittimo ed illegale del servizio privato di guardianaggio nei confronti dei lavoratori di Fincantieri e delle ditte d'appalto che da mesi è contestato anche con iniziative di sciopero. La Fiom Cgil tutela i diritti dei lavoratori e contesta nelle sedi formali ed istituzionali provvedimenti disciplinari ritenuti non corretti nella forma e nel merito. Anche in questo caso, nel rispetto delle procedure chiederà alla Direzione Provinciale del Lavoro un giudizio di merito. Anche questa Istituzione sarà accusata di complicità con i lavoratori? Con la presente pertanto chiediamo, ai sensi della vigente normativa in merito al diritto di rettifica, la pubblicazione della presente in modo da poter ripristinare condizioni di verità a tutela dei lavoratori, del sindacato e dell'informazione.

Segreteria Fiom Cgil Genova

Una delle più belle soddisfazioni di un cronista è ricevere la cosiddetta "smentita di conferma". Per questo, prendiamo atto (e con aperta soddisfazione) della "rettifica", in realtà una serie di gradite conferme, di quanto abbiamo scritto a proposito dei due operai della Fincantieri beccati, pardon incontrati, dal responsabile della vigilanza dell'azienda mentre prendevano la tintarella in orario di lavoro. Ebbene, la Fiom, il potente sindacato dei metalmeccanici che li ha presi sotto tutela, ci fa sapere - invocando il diritto di rettifica (?) - di non aver rilasciato alcuna dichiarazione all'estensore dell'articolo. Punto.

Non una parola, invece, sulla sostanza, anzi: sui particolari riportati nel servizio. Tutti veri, del resto, e già ampiamente verificati. Comprese le facce di bronzo, pardon: abbronzate. Non si può che ringraziare e volentieri pubblicare.

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