L'emergenza coronavirus sembra ormai alle spalle. E così dopo il lungo lockdown, che ha fermato tutto, raccolta degli abiti usati compresa, piano piano si sta tornando alla normalità. Sono molti i Comuni che nelle ultime settimane hanno riavviato il servizio, permettendo così ai cittadini di conferire gli indumenti negli appositi cassonetti. Uno dei primi è stato il Consorzio ecologico cuneese che ha invitato la ditta alla quale è affidato il servizio, la Humana People to People Italia, a riattivare i 120 contenitori presenti sui 54 Comuni del territorio. Poco dopo è toccato alla Caritas di Vanzago (Milano) che ha fatto ripartire il progetto «Un vestito per un amico», destinato a donare i capi usati alle persone più bisognose.
Dopo le settimane difficili della quarantena, il conferimento è ripreso anche a Bovolone, provincia di Verona, così come ad Ariccia (Roma), dove i tradizionali cassonetti gialli sono tornati operativi. La stessa cosa è successa nelle città più grandi, come Firenze, dove l'attività è finalmente ripartita.
Durante l'emergenza virus quasi tutti i Comuni avevano optato per la sospensione della raccolta. La decisione è stata assunta per garantire la sicurezza degli operatori, ma anche delle persone che con quei materiali ogni giorno vengono in contatto. Ma ha creato molti problemi al settore, composto per lo più da cooperative sociali che creano posti di lavoro soprattutto per le categorie protette. Proprio per questo il Conau ha fatto appello al governo affinché non dimentichi le difficoltà vissute dall'intera categoria. Rispetto alle altre raccolte differenziate, il costo di questo servizio non viene, infatti, remunerato dai Comuni o dalle municipalizzate, ma è legato strettamente alla vendita del materiale raccolto, i cui ricavi permettono anche di pagare ai Comuni le royalties per lo svolgimento dell'attività, affidata tramite gara. Il blocco delle attività, causate dalla pandemia, ha messo a rischio l'intera filiera.
Un ulteriore problema è il pericolo di un crollo verticale dei prezzi di vendita
del materiale raccolto. Anche su questo il Conau ha chiesto un incontro al governo per valutare delle misure urgenti. In particolare, una moratoria di 12 mesi sul pagamento delle royalties alle pubbliche amministrazioni.
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