Toscani: «Il mondo si regge sugli spot»

Toscani, idea utile o trovata per far soldi?
«Be’, non vengano a raccontarci che è per abbassare il prezzo dei libri. Sarà perché qualcuno ci guadagna. Ma non ci vedo nulla di male se anche gli studenti alla fine risparmiano».
Proposta da salvare, quindi?
«Potrebbe essere più educativa di tante stupidaggini che si propinano oggi ai ragazzi».
In che modo educativa?
«Si potrebbero fare campagne intelligenti, mirate, magari contro la violenza negli stadi. Se fossi la Fiat, per esempio, mi inventerei qualcosa su come si guida bene un’automobile».
Lei li vedrebbe i suoi scatti su un libro di matematica?
«Perché no? Finiamola col bigottismo all’italiana. E con l’ipocrisia. La pubblicità c’è dappertutto. Magari mi ispirerei alle materie oggetto dei testi».
Non c’è il rischio che un oggetto del sapere diventi oggetto di tentazione?
«Tutto è sapere. E poi, scusi, la Cappella Sistina non è la pubblicità della Chiesa?».


È certo che non si cominci con la lotta al caro-libri e si finisca coi ragazzi che chiedono l’i-Phone?
«L’i-Phone è un mezzo di istruzione migliore di tanti libri noiosi. Io li odiavo i libri, uno squallore...».
Dice che sarà utile alla creatività degli studenti?
«Dipende da come sarà gestita la cosa. Diciamo che eviterei di fare la pubblicità alle mutande...».
Gaia Cesare

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