A ben pensarci,potevo anche avere qualche motivo di rammarico a Mauritius. Lisola è incantevole e il suo sole splendido, ma a me è stato interdetto di profittarne, uno dei tanti divieti che alla vecchiaia sono connessi. Lalbergo in cui abbiamo soggiornato, il Dinarobin, è il più bello - tra quelli per vacanze - che io abbia conosciuto, e ne ho conosciuti tanti. Stanze come piazze darmi, bagni sontuosi. E soprattutto, nei cinque ristoranti, una cucina da tre stelle Michelin. Ma io, già di natura poco goloso, devo moderarmi nel cibo; per il medesimo motivo che mi obbliga a moderarmi nellelioterapia. Non che le prelibatezze del Dinarobin mi siano sfuggite, ma insomma avrei voluto e potuto, in altre stagioni della vita, profittarne di più. Invece niente, a stecchetto. Si aggiunga che il viaggio era tra laltro allinsegna del golf (i campi dellisola sono stupendi) e che le lezioni del medesimo venivano impartite da una bella campionessa. La quale mi ha dapprima sommessamente invitato a cimentarmi nel menare colpi alla pallina ma poi, saputo della mia situazione anagrafica, si è astenuta dallinsistere.
Insomma, avrei anche potuto arrabbiarmi per le astinenze forzate e per le virtuosità imposte. Invece conservo della vacanza a Mauritius un ricordo affettuoso e un po di rimpianto, non sapendo se mai potrò replicarla. Sapete perché il ricordo e il rimpianto? Perché a Mauritius, con il gruppo arruolato da Stefano Passaquindici, imperturbabilmente british, ho assaporato come in poche altre occasioni il piacere di conversazioni stimolanti, interessanti e - escludendo la mia partecipazione - anche intelligenti. Negli amici che erano a Mauritius - e che hanno attestato serenità e forza danimo nellinizio piovoso del soggiorno - ho trovato degli interlocutori informati, attenti, comprensivi ma non disposti a rinunciare alle loro idee, quando fossero discordanti dalle mie. Dopo pranzo o dopo cena ci aggregavamo spontaneamente in uno qualsiasi dei tanti invitanti angoli dellalbergo, e lì prendeva il via un botta e risposta privo di ogni intonazione acrimoniosa ma anche di ogni compiacenza di maniera. Ho individuato in questo eccellente campione di lettori le loro componenti ideologiche (se vogliamo usare una parola grossa). Sotto letichetta comune del berlusconismo ci sono i feltriani duri e puri, che come i trecento di Leonida anelano la battaglia; ci sono i moderati vicini alla Chiesa e ai suoi precetti politici ed etici; ci sono i liberali - mi metto nel numero - che serbano affetto al Risorgimento e che dellUnità celebreranno lietamente il centocinquantesimo anniversario.
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