Il 14 gennaio è stata messa nero su bianco la prima "pietra" contro la plastica: è iniziato il divieto commerciale per la plastica monouso fino a esaurimento scorte. Ecco perché, il futuro biologico sull'usa e getta andrà sempre più in direzione della bioplastica che può essere biodegradabile, a base biologica oppure avere entrambe le caratteristiche.
Le novità sui piatti
Il futuro va nella direzione della "polpa di cellulosa" (chiamata anche bagassa) con la quale sono costruiti varie tipologie di piatti usa e getta senza plastica: dopo il loro uso, andranno sistemati tra i rifiuti dell'organico. Il materiale di cui sono composti consiste in residui di fibra lavorati dalla canna da zucchero: questo materiale può resistere a temperature altissime, anche superiori a 150 gradi, così da essere impiegato per cibi caldi da riscaldare nei comuni forni a microonde (o tradizionali). Varie aziende hanno già messo in vetrina i loro prodotti, preparati anche in versione bicchiere. Come si legge su Repubblica, l'Osservatorio dell'azienda Minimo Impatto ha stimato che lo smaltimento di 100 chili di questo materiale corrisponde a 25 chili in meno di CO2. Tra l'altro, il suo compost è utile come fertilizzante per il terreno.
Palme e crusca
Accanto a quelli appena descritti, alcuni piatti derivano dalle foglie di palma cadute naturalmente e che vengono raccolte senza creare danni alla pianta. A differenza degli altri, però, non sono adatti per il forno ma possono comunque contenere pietanze calde o fredde. Una terza alternativa green che vedremo nelle nostre tavole riguarda i piatti fatti da crusca di frumento, che è il residuo della macinazione di cereali e vapore: non ha bisogno di grosse quantità d'acqua e neanche dell'uso di composti. Da una tonnellata se ne possono produrre fino 10mila pezzi. In questo caso, possono essere utilizzati in forno a microonde fino a 180 gradi e vengono smaltiti naturalmente nel giro di 30 giorni.
I bicchieri plastic free
Il futuro dei bicchieri, abbandonata la plastica, vedrà prodotti in bioplastica realizzati dall'acido polilattico (Pla), che viene estratto da materie prime vegetali al 100% come zucchero, mai, manioca e barbabietola. Si tratta di un materiale biodegradabile e compostabile già impiegsato anche per i piatti monouso e i sacchetti che servono alla raccolta dell'umido. Ricordiamo che, secondo i dati di Legambiente, i bicchieri di plastica "rappresentano il 46% dei rifiuti da consumo di cibi da asporto". I più resistenti, per bevande oltre gli 80 gradi, viene utilizzato il Pla cristallizzato che ha una maggior resistenza termica e durezza. "Poi ci sono i bicchieri in Mater-Bi, un tipo di bioplastica innovativa usata anche per piatti e posate, oltre che per i sacchi per l'umido e i sacchetti della spesa, le coppette per il gelato, i teli agricoli", si legge su Repubblica. Sono composti da amido di mais e polimeri biodegradabili estratti da materie prime sia rinnovabili che fossili.
Le posate in legno
Continuando la carrellata si arriva alle posate: le più inflazionate (perché ecologiche) sono quelle in legno, soprattutto di betulla grazie all'enorme resistenza e perché non deve subire alcun tipo di trattamento chimico rispettando l'ambiente. Per produrle viene utilizzato lo scarto di materiale di altre lavorazioni che rimarrebbe inutilizzato se non per questo motivo. Un altro punto di forza della betulla è l'essere priva delle classiche schegge che ha il legno, non ha alcun sapure e ha un'ottima tenuta per qualsiasi cibo. Accanto al legno di betulla, si possono già trovare in commercio forchette, cucchiai e coltelli in bambu che uniscono la crusca di frumento con bioplastica del tutto biodegradabile.
Le "sorprese" sostenibili non sono finite qui: il futuro dei cocktail ma anche di una semplice coca cola vedrà cannucce diverse: addio alla plastica, si a quelle realizzate in bambù e paglia.
Tra queste, girano anche quelle commestibili: "aromatizzate allo zenzero, al limone, alla fragola, al lime o alla mela come quelle di Sorbos, realizzate con zucchero glassato, amido di mais ed acqua, 100% biodegradabili", scrivono i produttori. Concludiamo con i numeri: la plastica inquina mari ed oceani per l'84%. Ecco perché, in un mondo di transizione ecologica, i materiali sopra descritti saranno il futuro ma costituiscono già anche il presente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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