«Perdonare Moreno? Non si tratta di questo, perché più dell'arbitro in malafede a far male è un'eliminazione che non meriti in un calcio in cui ci sono tanti interessi. E se devo pensare alle mie preghiere, quelle sono rivolte a chi davvero ne ha bisogno». Giovanni Trapattoni rivede i fantasmi del 2002, dopo l'arresto di Byron Moreno all'aeroporto di New York per traffico internazionale di stupefacenti. E confessa che quell'eliminazione con la Corea ancora non gli è andata giù, né può bastare l'appello evangelico alla sua fede per dimenticare. «Io l'avevo capito prima di scendere in campo contro la Corea, che con l'arbitro si sarebbe messa male - dice l'ex allenatore dell'Italia - Ora magari si rileggerà sotto una luce diversa la storia di Trapattoni sulla panchina azzurra...»
«Nel 2002 capii che le cose si mettevano male quando fu eliminato l'altro paese ospitante, il Giappone - aggiunge Trapattoni, ora sulla panchina dell'Eire -. Al mio vice azzurro, Ghedin, dissi: brutto segno, stai a vedere cosa succede...». Successe poi che Moreno annullò un gol regolare di Tommasi, che avrebbe qualificato l'Italia, ed espulse Totti per simulazione invece di concedergli un rigore. «Il fatto di queste ore è talmente grave che si commenta da solo - dice ancora Trapattoni -. Allora, invece, la tendenziosità di quell'arbitro era evidente. Se questa macchina così importante crea risultati precostituiti, come uomo di sport mi sento profondamente deluso». Nella sua lunga carriera di allenatore, Trap ha avuto «tante fortune», ricorda lui, ma anche delusioni. «Non dimenticate l'Europeo 2004, quando fui eliminato per un pareggio in Danimarca-Svezia che era già previsto alla vigilia», ricorda. Spesso ci sono stati di mezzo gli arbitri. «Di recente c'è stato anche Francia-Irlanda: sono passati 30 secondi in cui si sarebbe potuto cambiare la decisione dopo il mani di Henry, eppure non è stato fatto. Allora dico, dove sta andando il calcio?». L'auspicio è che le commissioni arbitrali in futuro «selezionino meglio chi ha in mano il destino delle squadre» e che la Fifa apra alle tecnologie.
Quanto a Moreno, Trap rivela un ultimo particolare. «Con lui non ho mai più parlato: venne in Italia per un tour, mi proposero di incontrarlo per chiarire, lo fece uno sponsor. Ma io dissi di no, non mi sembrava davvero il caso...»
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