Da tre a novantadue anni in strada per dire no alla moschea al Lagaccio

Da tre a novantadue anni in strada per dire no alla moschea al Lagaccio

(...) «contro il progetto di moschea e contro il blitz della giunta comunale che il 23 dicembre ha approvato il piano». Il tempo è pessimo. Il termometro segna 5 gradi ma il vento taglia la faccia e la temperatura percepita è molto più bassa. Eppure gli animi si scaldano subito. Pochi minuti dopo le 15, mentre il presidente del Comitato Cittadini Centro Est Felice Ravalli invita i cittadini a non aver paura e a scendere in strada, alcuni manifestanti spingono a forza tre cassonetti della spazzatura in mezzo alla corsia. Via Napoli è tagliata in due. I vigili bloccano in fretta il traffico mentre la polizia si mobilita con discrezione per evitare di esasperare la rabbia dei manifestanti. Ci sono almeno 13 blindati e oltre 300 tra poliziotti e carabinieri coi caschi e gli scudi che attendono l'evolversi della situazione. Dopo una rapida trattativa con le forze dell'ordine si torna alla normalità coi cassonetti che vengono ritirati. Contemporaneamente si è formato un altro raggruppamento in via Bari, sul versante opposto al terreno sul quale è prevista la discussa moschea. I progetto del pomeriggio è chiaro: i residenti di via Bari raggiungono i manifestanti di via Napoli che li attendono all'angolo con via Vesuvio per ripercorrere il tragitto a ritroso insieme, tra le 300 e le 450 persone, stimano gli agenti della Digos. L'abbraccio tra i due versanti è una festa. Tra i cittadini molti politici genovesi che a turno prendono la parola. Gianfranco Gadolla, coordinatore provinciale del Pdl, si scaglia contro il Comune «che non volendo ascoltare i cittadini alimenta questo scontro sociale», mentre Gianni Plinio, consigliere in Regione per il centrodestra, invita il sindaco «a fare la Moschea insieme all'Imam, ma a casa propria». Parla di «battaglia per la democrazia» Lilli Lauro (lista Biasotti) mentre per lo stesso Ravalli «è inaccettabile il ricatto che lega le opere di risanamento del quartiere alla moschea». Ricca la delegazione della Lega Nord che, tra bandiere e striscioni del Carroccio, mette in campo Francesco Bruzzone (segretario ligure), Edoardo Rixi segretario provinciale di Genova e il consigliere di Municipio Giannalberto Conte. E poi il capogruppo Pdl in Comune Raffaella Della Bianca, il presidente del Municipio Centro-est, Aldo Siri (Lista Biasotti) e l'assessore alle manutenzioni Milena Pizzolo che mette in guardia: «la questione tirata fuori dalla Vincenti sui siti alternativi è una trappola per creare una guerra tra quartieri». Tra cori e ritornelli contro Marta Vincenzi, Don Gallo e centri sociali, il gruppo inizia il corteo mettendo di nuovo in fibrillazione le forze dell'ordine per il timore di scontri con le formazioni pro-moschea che si sono radunate in via Bartolomeo Bianco organizzando una partita a pallone «contro il razzismo». La tensione sale quando i manifestanti vogliono raggiungere il terreno destinato alla Moschea. La questura non ha dato l'autorizzazione. C'è chi propone di forzare la mano, tanto più dopo che gira la voce che in quella via, sede costante di discariche a cielo aperto, l'Amiu ha organizzato una pulizia straordinaria per la partita di pallone. Ma sul campo pochi gruppi estremisti. Gli antagonisti sfoderano i consiglieri municipali Enrico Pagliuolo e Fabio Grubesich (Pd) e gruppi di giovani delle parrocchie di Santa Caterina e della Provvidenza come la catechista Anna Costa o gli educatori ventenni Stefano Molinari e Federica Angerillis che definiscono la manifestazione «solo una battaglia elettorale del centrodestra».

Una battaglia alla quale i manifestanti invitano anche il Comune che «dovrebbe accettare le regole democratiche partecipando al referendum organizzato dalla Lega il prossimo 23 gennaio». Parole che i cittadini ripeteranno oggi a Palazzo Tursi, alle 14, con una vera invasione della Sala Rossa.

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