Treni, scatta il «piano neve» e la metà restano in stazione

Ritardi nell’ordine di 40-50 minuti per i convogli a lunga percorrenza, con punte di due ore

Treni, scatta il «piano neve» e la metà restano in stazione

Francesco Gambaro

Metà dei treni soppressi ieri nella nostra Regione a causa dell'emergenza neve. Ritardi nell'ordine dei 40, 50 minuti per i convogli a lunga percorrenza e con punte di due ore. Disagi a non finire e code chilometriche agli sportelli per gli «sventurati» che ieri - nonostante la bufera di neve - hanno cercato di salire sui treni liguri, rispettando l'invito del Comune a non usare la propria auto. E meno male che le Ferrovie giovedì avevano annunciato di aver fatto scattare il «piano neve». Eccolo: soppressione dei treni, null'altro. A parte, naturalmente, la previsione di un maggior affollamento sui binari. Tradotto: caos totale. E cittadini, naturalmente, imbufaliti.
Trenitalia spiega di aver ridotto i treni, in attuazione del piano di emergenza, che prevede complessi e continui interventi per liberare dalla neve gli scambi dei depositi ferroviari e delle stazioni. Testualmente: «La soppressione di alcuni convogli regionali è stata necessaria per garantire la continuità, anche nelle prossime ore, della mobilità ferroviaria e l'agibilità delle linee». In pratica, sottolinea ancora un portavoce dell'azienda, «per garantire il servizio ferroviario abbiamo mobilitato tutto il personale e le squadre di operai, allo scopo di tenere sgombri gli scambi delle linee in modo da evitarne il blocco». Pare sia servito a poco, e alla fine a rimetterci sono stati ancora una volta gli utenti, costretti a sopportare ritardi (anche pesanti) e soppressioni dei treni.
Per la Polfer ieri a mezzogiorno viaggiavano due treni regionali su tre, mentre per i convogli a lunga percorrenza non restava che sperare che i ritardi fossero «solo» di 30/40 minuti. Problemi soprattutto sui convogli regionali, dove l'abbondante nevicata ha finito per allungare i tempi di carrozzamento. Passeggeri fra la rassegnazione e la rabbia a Brignole e a Principe, nella vana attesa del treno che non c'è.
Tra i convogli soppressi, l'intercity da Ventimiglia a Milano Centrale delle 16.58, che avrebbe dovuto transitare a Genova Principe alle 19.06 e quello da Milano a Ventimiglia delle 13.10. Cancellati.
Alla resa dei conti i disagi potevano essere ancora maggiori, se alla fine le organizzazioni sindacali Filt - Uilt - Orsa - Fast - Ugl e Af, che avevano proclamato per ieri una giornata di sciopero regionale del settore manovra, non avessero deciso di sospendere l'agitazione. C'era il rischio concreto che dalle 9 alle 17 ieri incrociasse la braccia il personale di manovra del trasporto regionale degli impianti relativi alla stazione di Genova Brignole, Principe, La Spezia e Savona.
Lo sciopero, invece, è stato rinviato al prossimo 3 marzo, in concomitanza con quello proclamato a livello nazionale. Una decisione quanto mai opportuna, in una giornata da incubo per i genovesi (e non solo loro).


L'aeroporto Cristoforo Colombo, per dire, è rimasto chiuso fino al pomeriggio, dopo 30 ore di fermo. E poi il solito copione: autobus a singhiozzo, auto intrappolate nel pantano, gente con i ramponi sui marciapiedi. Alla fine, l'unico treno in servizio regolare è stato il trenino di Casella.

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