Il tribunale piega «LeAli»: la lista esclusa dalle elezioni

Piero Pizzillo

«LeAli», il neo movimento che si presenta alle elezioni politiche del 9 -10 aprile, sono state «tarpate» nel volo verso i palazzi romani del potere dall’efficiente macchina elettorale, operante nel palazzaccio genovese. L’ufficio centrale circoscrizionale per la Camera dei deputati, e l’ufficio elettorale regionale per il Senato, presieduti da due magistrati di corte d’appello (il primo da Giovanni Russo, il secondo da Gianfranco Bonetto), non hanno ammesso le liste per Montecitorio e Palazzo Madama, per carenza di firme. «Non è una sorpresa - ha dichiarato il capolista per il Senato, Giorgio Bonsignore - lo sapevamo già, avendo provocatoriamente presentato le lista dei candidati, senza firme. Vogliamo che sia affermata l’incostituzionalità della recente legge elettorale. Pertanto, solleviamo il caso e presentiamo ricorso in Cassazione (ieri pomeriggio il plico, con il parere dei due uffici elettorali ,è stato trasmesso a Roma, ndr), perché non accettiamo la discriminazione tra le liste di serie A (partiti più grossi) esenti da firme, e liste come la nostra di serie C, che devono cercarci centinaia di sottoscrittori». Inoltre, l’ufficio per il Senato non ha ammesso altre due formazioni, «Sos-Italia-Consumatori» e «No-Euro», mentre quello della Camera ha escluso anche la lista «So s» (tutto in regola per «No euro»). Ai primi della prossima settimana vi sarà il sorteggio per la collocazione delle liste nella scheda elettorale (si dovrà comunque attendere la risposta della Corte suprema sui ricorsi).

Per la prima volta in Liguria si voterà in via sperimentale con lo scrutinio elettronico, comunque parallelo a quello cartaceo (in ogni seggio sarà presente un addetto informatico). L’esperimento riguarda anche altre tre regioni: Lazio, Sardegna e Puglia.

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