TRIENNALE raddoppia alla Bovisa

Dopo il Politecnico apriranno una sede in questa zona anche l’Istituto Mario Negri e il Conservatorio

Luciana Baldrighi

Una grande «T» rossa in campo bianco. È stato tagliato ieri il nastro della nuova Triennale alla Bovisa dal suo presidente Davide Rampello. Con un megaschermo che proiettava in rosso la mega T, la creazione pubblicitaria «Pigreco», disegnata da Paolo Casti, che ci farà compagnia in questi mesi nelle più importanti vie del centro, si è dato dunque il via alla lunga cerimonia che festeggiava il raddoppio del Palazzo dell’Arte. Una struttura nata in cinque mesi, senza fondi pubblici ma con l’aiuto dei privati. Provvisoria, «ma - come ha detto Rampello - con la speranza che diventi uno spazio permanente». Con questo nuovo «esperimento» la Bovisa si arricchisce. La periferia diventa «centro» del contemporaneo. Con uno spazio in cui la novità sarà all’ordine del giorno. A partire dall’orario: mostra, libreria e bistrot saranno aperti fino a mezzanotte. Grazie alla collaborazione con EuroMilano, società di sviluppo immobiliare, lo storico quartiere industriale milanese rinasce. E questa volta all’insegna dell’arte. Fra pareti bianche e pedane color rosso si sono avvicendati l’architetto Pier Luigi Cerri, progettista e direttore artistico del nuovo spazio, il rettore del Politecnico di Milano Giulio Ballio, Amnon Barzel, curatore della parte pittorica della mostra di Hans Hartung, ospitata alla Bovisa sino all’11 marzo, Cristiano Isnardi, responsabile della parte architettonica e fotografica, François Hers, direttore di Fondation H. Hartung-Bergman. La grande sala del bookshop, trasformata per l’occasione in sala conferenze, ha accolto gli interventi del sindaco di Milano Letizia Moratti, del presidente della Provincia Filippo Penati e del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Un grande rinfresco e le telecamere fisse di Telelombardia hanno fatto compagnia agli invitati. La visita degli spazi e della mostra dedicata ad Hans Hartung ha dato a Davide Rampello la possibilità di illustrare la raccolta di duecento tele realizzate da questo artista dal 1922, a Dresda, al 1989, anno della sua morte, ad Antibes. Interessante sotto questo aspetto lo scambio di opinioni fra l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, per il quale Hartung è una sorta di «Cartesio dell’arte moderna», troppo algido e gelido per piacere alle nuove generazioni, e il curatore Amnon Barzel che ne ha invece rivendicato l’impatto dirompente ancora oggi. «Lo storico quartiere industriale milanese della Bovisa, che già ospita il Politecnico, rinasce in nome della cultura grazie anche alla collaborazione fra la Triennale ed Euromilano», ha detto il presidente di quest’ultima Alessandro Pasquarelli. «La nostra è una nuova società di sviluppo immobiliare che intende creare complessi abitativi per studenti e per il terziario». Per il sindaco Moratti questa nuova area, di cui la sola Triennale occupa 2mila metri quadrati, «potrebbe diventare la sede dell’Agenzia per l’Innovazione». «Triennale bis, Politecnico, studi televisivi, il nuovo Istituto Mario Negri nonché un nuovo quartiere abitativo fanno pensare a un luogo che sappia educare al bello» ha detto Roberto Formigoni, per il quale si tratta di un «progetto dal significato straordinario che oltrepassa i confini della città e della regione».

Filippo Penati si è augurato che questo «esperimento, proprio per la sua vastità, venga realizzato nel più breve tempo possibile, così da mettere insieme, a vantaggio di Milano, gli interessi del privato con le risorse pubbliche».
Qui aprirà anche una sede il Conservatorio di Milano, come ha annunciato il presidente Francesco Micheli. Saranno trasferite le attività che riguardano la musica contemporanea ed elettronica.

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