«Troppi stranieri, scuola vietata ai non residenti»

Il vicesindaco di Baranzate: «Vogliamo chiedere al provveditorato di bloccare per tre anni le iscrizioni»

Michele Perla

da Baranzate (Milano)

Blocco degli iscrizioni di studenti extracomunitari nelle scuole dell’obbligo, per tutelare la didattica degli allievi del posto. Succede a Baranzate, comune lombardo di nuova formazione che confina con Milano. Da diversi anni infatti le aule sono invase da una presenza massiccia di stranieri, e questo non consente a maestri e professori di dedicarsi come una volta agli allievi autoctoni. «La nostra non è assolutamente una presa di posizione razzista - mette le mani avanti Franco Cesaratto, vicesindaco con delega all’istruzione -; tuttavia, considerato l’impossibilità a continuare a gestire una situazione scolastica ormai a limite, di comune accordo con la preside della nostra scuola, siamo orientati ad adottare una moratoria. Per tre anni non accoglieremo più nelle aule di Baranzate allievi stranieri non regolarmente residenti in paese». Una situazione per molti versi esplosiva, che in più occasioni ha sollevato i malumori delle famiglie. In questa cittadina che confina con il capoluogo lombardo infatti, e che per gli aspetti negativi funge da valvola di sfogo, la presenza di extracomunitari ha toccato punte da record; difficile anche per il comune fare un censimento preciso fra quelli regolari, e soprattutto fra i clandestini che vanno e vengono, o che sono in attesa di essere regolarizzati. A fronte dei circa diecimila residenti, ve ne sarebbero «alcune migliaia» dicono in municipio.
La cartina di tornasole sta però nei numeri, in quelli ufficiali forniti dalla scuola Gianni Rodari e snocciolati dallo stesso assessore all’istruzione. «Quest’anno, nelle prime classi delle elementari, la presenza di alunni stranieri ha toccato punte del 53%; senza contare inserimenti durante l’anno scolastico. È evidente che il curriculum scolastico risente pesantemente di tale anomalia e la situazione diventa ingestibile dal punto di vista didattico». Nei giorni scorsi gli amministratori del comune che hanno deciso di adottare il provvedimento restrittivo, hanno voluto anche far presente il quadro al prefetto e al provveditore agli studi, perché si adoperino verso le altre municipalità per «spalmare» l’attesa scolastica degli stranieri su altre scuole del circondario. Insomma va bene integrare e scolarizzare chi arriva da altre nazioni, ma che il peso venga distribuito in parti uguali. «Avere tanti stranieri nelle nostre classi va anche a detrimento di questi ultimi - prosegue il vicesindaco Cesaratto -; nella nostra scuola si contano ben 22 etnie, e pertanto non si riesce a garantire un servizio adeguato a tutti i residenti, stranieri inclusi». La decisione di chiudere per tre anni le iscrizioni alla prima elementare agli extracomunitari che non sono ufficialmente residenti a Baranzate, trova il favore dei genitori che chiedono agli amministratori di non ripensarci. Un provvedimento per altro legittimo alla luce delle normative scolastiche vigenti. Una volta per iscriversi alla scuola dell’obbligo, scegliendo un istituto piuttosto che un altro, valeva il bacino di utenza. Oggi questa norma è stata superata nel senso che ognuno può mandare il proprio figlio nell’istituto scolastico che gli fa più comodo. «Se la scuola però non può ospitare per diversi motivi l’utenza esterna, deve garantire quella interna - sottolinea Antonio Zenga responsabile del Csa milanese, l’ex provveditorato agli studi -. In altre parole deve tutelare i residenti». Una tutela che spesso è mancata, anche per la sfiducia dei genitori conseguente alla forte promiscuità di etnie.

«Dobbiamo far sì che le famiglie baranzatesi tornino a ad avere fiducia nelle loro scuole e ad iscrivere qui i propri figli - conclude l’assessore all’istruzione -. Negli ultimi anni infatti, troppi ragazzi che pur vivono il proprio tempo extrascolastico a Baranzate, sono stati dirottati nei plessi scolastici di comuni limitrofi».

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