Troppo costosa la diagnostica

Troppo costosa la diagnostica

Prevenzione in primo piano. É vitale anche per non far saltare i conti della sanità. La diffusione dei fattori di rischio legati a stili di vita scorretti e l'invecchiamento della popolazione porteranno all'aumento della prevalenza di alcune patologie croniche destinate a generare una vera esplosione del costo della sanità e dell'assistenza. Le risorse saranno sempre limitate occorre gestirle in modo oculato.
A definire questo futuro dai contorni allarmanti sono i modelli previsionali sviluppati da Meridiano Sanità, presentati a Roma nell'ambito del convegno «Sanità e salute in Italia in un contesto di crisi economica: la direzione per la crescita». Il default economico, è un rischio concreto nel prossimo futuro. La spesa sanitaria pubblica rischia una crescita a livello insostenibile. Si stima che potrebbe un giorno superare i 260 miliardi di euro contro i 112,7 attuali e ciò non considerando l'evoluzione epidemiologica e quella tecnologica, ma solo quella demografica.
Nel 2012 la spesa sanitaria è diminuita in termini assoluti. I vincoli di finanza pubblica, in un periodo di recessione, hanno comportato nel periodo dal 2010 al 2014, pesanti tagli anche alla sanità pubblica per 24,4 miliardi di euro a cui si aggiungeranno quelli già previsti nel disegno di legge di Stabilità per un totale di 26 miliardi di euro. Ma la crescita senza controllo rischia di riprendere velocemente. É indispensabile agire anche sulla prevenzione per contenere malattie come il diabete e per gestire queste patologie fin dalle prime fasi della loro manifestazione e prevenire l'insorgenza di complicanze che incidono sulla qualità di vita.
Oltre alla prevenzione si deve ripensare il ruolo dell'ospedale che già sta cambiando. Con sempre meno posti letto deve concentrarsi sui casi più gravi ed offrire efficienti ambulatori (day hospital). Ai medici sul territorio va riconosciuto un peso maggiore, devono tornare ad essere il primo baluardo della sanità. Si deve poi accelerare lo sviluppo di una rete nazionale di strutture di eccellenza nella ricerca e assistenza ospedaliera. L'area della diagnostica è fondamentale, ma va migliorata in base all'appropriatezza della domanda di prestazioni. Il numero di dispositivi diagnostici per milione di abitanti negli ultimi 10 anni è più che raddoppiato tra i paesi OCSE. La rapida crescita nell'utilizzo di queste apparecchiature nasconde spesso un eccesso di offerta che può indurre una domanda inappropriata, con le relative conseguenze sulla spesa sanitaria. In Italia si registrano 21,6 apparecchiature di Risonanza Magnetica ogni milione di abitanti contro le 7 e le 6 apparecchiature per milione di abitanti rispettivamente in Francia e nel Regno Unito. Una migliore programmazione e una maggiore efficienza nell'utilizzo delle apparecchiature diagnostiche possono certamente portare alla riduzione dell'inappropriatezza della domanda e alla diminuzione degli sprechi collegati alla attuale sovradotazione.
Le risorse disponibili sono limitate e non possono crescere in modo insostenibile e ciò va ricordato anche se la spesa sanitaria in rapporto al PIL , registra già ora in Italia un divario di spesa rilevante rispetto agli altri Paesi europei.

Spendiamo per ogni cittadino il 30% in meno rispetto alla Germania, il 23% rispetto alla Francia ed il 16% rispetto al Regno Unito. Se poi si considerano le stime di crescita del PIL italiano nei prossimi 5 anni - inferiore agli altri Paesi europei - questo trend peggiorerà.La razionalizzazione è quindi un obbligo.

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