Non più la tanto contestata tassa di soggiorno da far pagare agli operatori (e quindi ai visitatori), ma un contributo del due per cento sullIva incassata dal turismo per dare slancio a un comparto fondamentale per leconomia capitolina. È questa la proposta forte avanzata dal vicesindaco capitolino con delega al Turismo, Mauro Cutrufo, nel corso della trasmissione televisiva «Laccento» andata in onda lunedì scorso sullemittente «Roma Sat». «Invece di far versare agli albergatori - ha spiegato Cutrufo - un contributo crescente sulla base della categoria dellhotel (un euro per un albergo a una stella, due per un due stelle eccetera, ndr) correndo così il rischio di scaricare sul turista il peso della nuova tassa, attraverso il trattenimento sullIva innescheremmo un meccanismo virtuoso capace di attirare nuove risorse. Del resto se consideriamo che lIva sul turismo in Italia è al 10 per cento contro il 5,5 per cento della Spagna e il 6 della Francia, se lo Stato restituisse il 2 per cento otterremmo dei grandi benefici».
Unidea che almeno nella sua fase iniziale dovrebbe riguardare le tre città darte Roma, Firenze e Venezia, «che da sole - ha ricordato il vicesindaco - fanno il 30 per cento degli arrivi nazionali venendo gioiosamente invase ogni anno da milioni di persone». Roma, Firenze e Venezia che già lo scorso ottobre hanno siglato un protocollo dintesa per attivare sinergie comuni. «E proprio assieme ai miei colleghi di Firenze Gori e Venezia Salvatori abbiamo già sottoposto questa ipotesi di lavoro al sottosegretario al Turismo, Michela Vittoria Brambilla». Una soluzione affascinante dietro cui si nascondono tuttavia le difficoltà legate alle possibili pretese analoghe di tutti quei comuni che, a pieno titolo visto lenorme patrimonio turistico nazionale, potrebbero chiedere la patente di «città darte».
Ma nel corso della serata Cutrufo si è anche soffermato nuovamente sullimportanza della realizzazione del nuovo parco a tema sul modello Eurodisney di Parigi «che andremo a realizzare su un terreno a nordovest di Roma di 5mila ettari di proprietà di Comune, Regione e Unione delle Asl: ne basterebbero 320 per realizzarlo ed è per questo che confido su una forte collaborazione della Regione Lazio». E sul più grande «Business District» dEuropa che comprenderà allEur la Nuvola di Fuksas, lAcquario, il Palazzo dei congressi, tutti collegati dai sottopassi e dalla metro, più gli altri palazzi congressuali per un totale di 10mila posti di sale».
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