Tutte le «sfumature» che rendono il Nostro Mondo bello perché vario

Com’è la condizione umana sul nostro pianeta? Quali sono le differenze e le similitudini tra popolazioni distanti migliaia di chilometri tra di loro? A queste domande cerca di rispondere la mostra «Il Nostro Mondo», organizzata da National Geographic Italia al Palazzo delle Esposizioni (entrata da via Milano 13) fino al 2 maggio. Si tratta di 91 immagini straordinarie, realizzate da 48 fotografi internazionali (di cui 4 italiani). Immagini che aiutano a capire meglio il mondo in questo che è l’anno della «biodiversità». Sono già due anni che National Geographic propone delle mostre a tema sul nostro pianeta e questa volta, dopo «Acqua, aria, fuoco, terra» e «Madre Terra», i protagonisti sono gli uomini, secondo un percorso a tappe suddiviso in bambini, uomini, donne e genti nei luoghi, nelle città, nei paesi più diversi. Dalla bambina boscimane alle «piccole donne» del Nepal, dai bambini nella piscina di acquagym in Brasile al piccolo venditore di pane e sigarette a Kabul, dal bambino malato in Bielorussia ai neonati nel Malawi, si attraversano tutti i continenti per scoprire che l’umanità è una. A dispetto dei contrasti sociali, culturali, religiosi ed etnici che ci dividono, le cose che ci accomunano sono nettamente superiori: gioia e innocenza, gioventù e vecchiaia, stress e serenità, fatica e lavoro, pace e guerra. Secondo il curatore Guglielmo Pepe queste foto, ancora inedite sul magazine, sono state scelte tra molte altre altrettanto belle, «perché hanno una grande forza intrinseca, quella di raccontare attraverso l’immagine la storia che c’è dietro». Sono foto che cercano di cogliere l’umanità nei diversi paesi con grande amore e tenerezza. Se abbattiamo i pregiudizi e smussiamo gli atteggiamenti ideologici, queste foto possono aiutarci a conoscere gli altri e a conoscere meglio noi stessi. Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia, sostiene che «è vano e illusorio pensare di tutelare le specie selvagge e il loro habitat senza curarsi della componente umana che con esse e di esse vive». Questa mostra è tanto più interessante, in quanto attualmente le etnie vanno sempre più appiattendosi e le persone rischiano di non essere più quelle di una volta. Non di rado i cinesi con i loro occhi a mandorla si fanno operare per somigliare agli occidentali e i neri si lisciano i capelli, mentre la biodiversità è un bene prezioso. Come ha detto Bukowski, «la gente è il più grande spettacolo del mondo e non si paga neanche il biglietto».
Dal 3 marzo al 7 aprile nella Sala Cinema del Palazzo, tutti i mercoledì alle ore 18.

30 verranno proiettati dei filmati che raccontano la storia e il lavoro di alcuni fotografi in mostra.
Orari: dal martedì al giovedì e domenica dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 22.30, chiuso il lunedì. Ingresso gratuito

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