Le dense nubi del ciclone Covid si allontanano all'orizzonte. Passata la buriana, gli italiani sono pronti a liberarsi di una zavorra fatta di paure e limitazioni, non soltanto fisiche. Riconquistata la libertà di movimento, è il momento di prendere il largo. Perché l'estate 2020 porta con sé un paradigma diverso. Il turismo torna alla dimensione più autentica, punta alla riscoperta di quanto è più prossimo (nel senso di vicinanza e nel senso degli affetti familiari, ma guai a chiamarli «congiunti», per carità...). Se il peggio è alle spalle, ora bisogna mollare gli ormeggi. Perciò la nautica vivrà una stagione di rinascita, nonostante le secche della pandemia abbiano costretto l'intero sistema a uno stop forzato, anacronistico, del tutto contrario allo spirito indomito dei naviganti, seppure da diporto.
Non è stato semplice risalire a bordo. Come non è facile, ancora adesso, programmare una vacanza che alterni crociera e ricerca di un porto sicuro. Però è innegabile che lo strascico dell'emergenza sanitaria spinga le persone verso spostamenti in sicurezza, compagnie di viaggio ristrette, meno «outgoing» più Belpaese, mete poco affollate e quindi più esclusive. Tutto sintetizzabile nel motto: issate le vele. O accendete i motori, se preferite. Quello che conta è che si salpa, finalmente.
SOFFIA BUON VENTO
Da Confindustria Nautica confermano lo scenario. «Tre mesi di lockdown sono costati il 62% di fatturato tra prenotazioni mancate o cancellate. Ora il contesto è cambiato, arrivano i primi segnali di ripresa per le formule di noleggio (imbarcazione con skipper e/o equipaggio) e locazione (senza skipper e/o equipaggio». Aumenta l'interesse per un tipo di vacanza in assoluta sicurezza rispetto alla complicata convivenza in stabilimenti balneari e spiagge pubbliche, eppoi il mare è sinonimo di «distanziamento» per definizione.
NAVIGARE NELL'ERA POST COVID
Restano dei nodi, comunque, e non sono quelli di scotta. Confindustria Nautica chiede al governo di «rivedere le linee guida per la navigazione, ferme alle prime settimane della Fase 2». In sostanza, si legge sulla pagina del ministero dei Trasporti dedicata al turismo nautico, anche i congiunti, se non conviventi, devono rispettare il distanziamento sociale di una persona per ogni metro lineare d'imbarcazione. Obbligatorie anche le mascherine e gli altri dispositivi di protezione per i passeggeri, la misurazione della febbre, la sanificazione degli ambienti e delle superfici, autocertificazioni di buona salute per chi è in viaggio da oltre 6 ore. Ma un vincolo, soprattutto, preoccupa gli addetti. «Sono consentiti alloggi nella stessa cabina solo alle persone che vivono nella stessa unità abitativa. Tradotto, i congiunti se non conviventi devono dormire in cabine separate». Tutto ciò è un freno notevole a chi vuole prenotare perfino un'escursione in barca, e ce n'è un altro di natura fiscale: «Un provvedimento dell'Agenzia delle Entrate richiesto dall'Europa danneggia gravemente il noleggio nautico, modificando il calcolo dell'aliquota Iva sulla navigazione in acque extra Ue, e costringe i nostri operatori a versare il 10% in più rispetto ad esempio ai concorrenti francesi, dove si è rimandata l'applicazione delle misure». Stare a galla ancora una volta non è uguale per tutti.
CAVALCARE L'ONDA
L'adattamento è la stella polare per orientarsi dopo la pandemia. Il buon marinaio è colui che reagisce all'incertezza, non si scompone davanti al mutare delle condizioni e sa prendere in fretta decisioni per correggere la rotta. Lo sanno bene dalle parti di Sailsquare, la piattaforma online che connette skipper, comandanti e viaggiatori in una comunità di oltre 100mila amanti del mare. Raccontano i fondatori Simone Marini e Riccardo Boatti: «Il virus aveva spento completamente il nostro business. Noi abbiamo garantito il rimborso integrale a chi aveva prenotato per la primavera. Adesso torniamo a muoverci, anche se non ai ritmi degli anni passati. Ma l'importante è ripartire». Il modello della condivisione va ripensato, sta mutando l'identikit di chi viaggia in barca. Il compagno di traversata più di rado si conosce per la prima volta a bordo. «Si naviga in gruppi precostituiti, dai 30 ai 45 anni di età, dalle 4 alle 8 persone anche con bambini, su imbarcazioni più piccole ma per periodi più lunghi». Non ci sono soltanto «lupi di mare», cresce invece la quota di turisti alla prima esperienza, attratti dalla possibilità di stare lontani dal rischio contagio. Con te partirò, su navi per mari... sì, ma dove? Le acque italiane saranno giocoforza quelle più solcate in questa strana estate.
«Pesa la situazione degli aeroporti aperti a singhiozzo, intanto notiamo una predilezione per il Tirreno, le Pontine, le Eolie e naturalmente la Sardegna. La Puglia ormai è la nuova Grecia, mentre tra le destinazioni estere resistono la Croazia e la Costa Azzurra».
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