Tutto il fascino della montagna a due passi dal mare

Tutto il fascino della montagna a due passi dal mare

(...) E il mare è un legame forte, non solo per via dell’aria che sa di salmastro e arriva fin quassù condizionando il clima. Il mare è un’appendice logica di un entroterra che in altri tempi è stato fisicamente, concretamente l’itinerario logico di merci e persone fra la pianura padana e i porti, Luni innanzi tutto. E difatti «Lunezia» l’hanno chiamata e la chiamano ancora, questa terra, non tanto per nostalgia del tempo andato, ma per effettive ragioni storiche, sociali, umane. Ma nessuno vuole limitarsi a guardare alle spalle. Presente e futuro sono quelli che contano. «Il Parco dell’Appennino Tosco Emiliano - spiega il presidente Fausto Giovanelli - ha la capacità di fornire una esperienza dal sapore euro-mediterraneo. Nel raggio di poche decine di chilometri permette di vivere la montagna e i suoi alpeggi, e poi respirare la brezza marina lungo le coste della Liguria. Un sistema dei parchi che non rappresenta una realtà esclusivamente geografica e cartografica, ma si è saputo aprire a una politica della contemporaneità che, partendo da un forte radicamento nel locale, si apre alla dimensione di sistema. Tutto ciò, soprattutto - conclude Giovanelli - con l’intento comune di tutelare e promuovere le eccellenze territoriali facendo massa critica».
Interviene all’unisono Gianfranco Lazzerini, sindaco di Bagnone, il centro entrato a far parte del Parco nell’estate del 2010, ampliando e rafforzando un sistema di offerta turistica già ricco e importante: «Due anni fa il nostro Comune ha raggiunto un importante traguardo - sottolinea Lazzerini -, in termini di attenzione all’ambiente, inserendosi nell’ambito di un’importante area protetta. Ma ora il nostro compito principale è quello di far sì che i nostri concittadini acquisiscano la consapevolezza della potenzialità di questo territorio, ricco di eccellenze naturalistiche, storiche e gastronomiche».
Se ne ha precisa conferma toccando le varie località, da Aulla a Fivizzano, da Sassalbo alla frazione Gabellina, da Collagna a Cerreto Alpi, fino a quel Cerreto Laghi, appena al di là del crinale appenninico reggiano, che è diventato un centro turistico estivo e invernale a tutto tondo. Lo testimoniano i numeri: 11 piste di sci alpino, di varie difficoltà, per 16 chilometri di percorso; campo scuola e baby park; piste da sci da fondo di cui una (7 chilometri di sviluppo) omologata per gare internazionali presso il Lago Pranda, e un’altra, la «Maccagnina», di 5 chilometri; 35 cannoni lungo 10 chilometri di piste che assicurano l’innevamento artificiale anche in carenza di precipitazioni; una seggiovia triposto, una biposto e una quadriposto, uno skilift, manovia e nastro trasportatore. Senza dimenticare, ovviamente, l’esperienza di una lunga «ciaspolata» nei boschi. Ma al di là dello sci, e al di là del cuore dell’inverno, a Cerreto Laghi c’è un «sistema» di accoglienza (hotel, negozi, ristoranti) e di intrattenimento (comprese escursioni a cavallo e passeggiate full immersion nella natura) che consentono di pianificare un soggiorno praticamente in ogni stagione. Anche solo per andare in giro sui sentieri, a testa bassa, alla ricerca dei funghi, e subito dopo alzare gli occhi al cielo, ad ammirare l’aquila reale.

E, magari, chiudere la giornata a tavola, fra salumi e caciotte, zuppe di farro e testaroli, cervo e agnello arrostiti, castagne e frutti di bosco. Per «vivere» pienamente il Parco e le sue svariate, invitanti opportunità.

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