«La tv italiana è piena di gay vigliacchi»

MilanoIn Italia è sempre così. L’alleato è il peggior nemico; l’acerrimo antagonista è quello che t’avvantaggia. Per esempio, in politica a sentire qualcuno, come i moderati di varia natura e coloritura, chi fa guadagnare voti a Berlusconi è Di Pietro. Magari è pure vero...
E stando a quanto dice Alessandro Cecchi Paone, omosessuale dichiarato, i peggiori nemici dei gay sarebbero i gay stessi, come i tanti conduttori omo e bisex, «di cui sono piene Rai e Mediaset», che però «sono dei veri e propri vigliacchi perché non fanno coming out». Cioè, perché non rivendicano pubblicamente i loro gusti sessuali. E anche perché «non fanno rete». Insomma è colpa loro, è il messaggio implicito ma chiaro del giornalista-conduttore candidato da Forza Italia alle elezioni europee del 2004, se l’Italia è ancora culturalmente arretrata rispetto a quei Paesi dove essere o dichiararsi omosessuali è assolutamente indifferente (ma davvero, non a chiacchiere) ai fini della carriera, delle relazioni sociali eccetera. Ed è colpa loro anche perché avrebbero tanta paura di essere smascherati che non osano, al contrario di quanto si dice, fare lobby, sostenersi l’uno con l’altro.
Quindi, ecco l’ennesima conferma del principio di cui sopra: il peggior nemico è sempre la quinta colonna.
Cecchi Paone lo ha detto papale papale, a KlausCondicio, il canale web condotto dal massmediologo Klaus Davi: «Rai e Mediaset sono piene di conduttori gay e bisex, ma sono dei veri e propri vigliacchi. Tutti ne parlano nei corridoi delle televisioni e non è un segreto per nessuno ma poi, a telecamera accesa, diventano vigliacchi e codardi. Ma nel mondo omosessuale è inutile negare, si viene a sapere subito. Frequentano certi ambienti e la gente parla. Detto questo, non credo che in tv questi cripto gay o bisex facciano rete».
Cecchi Paone ha ricordato il suo coming out, qualche anno fa, proprio durante la campagna elettorale del 2004: «Berlusconi fu il primo a chiamarmi e a dirmi “hai fatto bene, grazie”, e fece stampare ancora più manifesti e volantini in cui io ero ritratto con lui accanto. Berlusconi non è un omofobo, nella maniera più assoluta».
Berlusconi omofobo? E chi l’ha mai detto? Neppure Di Pietro. Ma quella del Cavaliere che non è nemico dei gay non sembra neppure la classica excusatio non petita. Prima di tutto perché non viene dal diretto interessato e poi perché è perfettamente logico, almeno dal punto di vista maschile, che un grande cultore delle grazie femminili non sia ostile agli omossessuali: in fin dei conti, è tutta concorrenza in meno.
Ma torniamo all’essenziale dell’esternazione di Cecchi Paone. Ieri il conduttore ha anche riabilitato, un po’ a sorpresa, Il Grande Fratello, contro cui tempo fa aveva polemizzato. «Oggi è quanto di meglio ci possa essere nella cultura popolare contro la xenofobia; lo scorso anno ha vinto un rom. E oggi non c’è un programma più omosessuale del Grande Fratello, è molto gay friendly». Va bene. Infine, sull’ex pm Luigi De Magistris, dice: «Fisicamente avrei una relazione con lui. È un bellissimo ragazzo, ma politicamente fa errori marchiani».


E la conferma del principio in base al quale il nemico è il vicino, paradossalmente, l’avremmo avuta anche se qualcuno, gay o non gay, avesse replicato a Cecchi Paone dicendo: alla causa degli omosessuali fai più danni tu con le tue sparate e i complimenti ai bellissimi ragazzi che tanti oscurantisti che dicono pane al pane e... ci siamo capiti. Ma allo sfogo di Cecchi Paone, oggetto di vari lanci di agenzia che hanno coperto l’arco temporale dell’intero pomeriggio di ieri, nessuno ha replicato.

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