Manca meno di un mese al settantacinquesimo Festival della canzone italiana e c’è grande curiosità di conoscere le canzoni in gara e di scoprire chi coglierà l’eredità di Angelina Mango. Ma attenzione: quella in programma dall’11 al 15 febbraio potrebbe essere l’ultima edizione della kermesse canora a Sanremo. Quest’anno, infatti, scade la convenzione da cinque milioni di euro all’anno che la Rai versa al Comune ligure per l’organizzazione del Festival. Con la sentenza del Tar di dicembre, il Comune non potrà più affidare direttamente alla tv di Stato l’organizzazione del Festival ma dovrà indire una gara pubblica alla quale potranno partecipare anche altri broadcaster.
Come riporta Italia Oggi, questo scenario potrebbe rivelarsi un boomerang per il Comune di Sanremo. Se è vero che al momento né Discovery né Mediaset sembrano interessati ad assicurarsi il Festival della canzone italiana, c’è da tenere conto delle lamentele dell’industria discografica e della stessa Rai, tutti interessati a trasferire la kermesse in città dove trasporti, logistica e palcoscenico siano all’altezza. Rispetto al Festival di Sanremo 2024 "l’unico negoziato andato in porto per il 2025 è stato quello tra industria discografica e Rai per i rimborsi delle spese che dobbiamo sostenere a Sanremo" ha evidenziato Enzo Mazza, ceo di Fimi (Federazione industria musicale italiana, ovvero la Confindustria della musica): "Mentre nulla è stato fatto con il comune di Sanremo per quanto riguarda trasporti, viabilità, logistica, hospitality e limiti del piccolo Teatro Ariston".
Mazza ha evidenziato che nel 2025 le case discografiche riceveranno dalla Rai un contributo di 62 mila euro per ciascun artista in gara – in crescita del 12 per cento – più 3 mila euro per ciascun ulteriore artista oltre il primo e altri 3 mila euro per gli artisti che parteciperanno alla serata dei duetti. Cifre che secondo la Fimi non coprono gli investimenti messi in campo per il Festival, a partire dalle spese per hotel, ristoranti e trasporti, aumentate del 25 per cento rispetto a dodici mesi fa, senza dimenticare uffici stampa, social media manager e gli altri collaboratori. Secondo Mazza, per ogni artista vengono spesi circa 120 mila euro. L’obiettivo dell’industria è quella di realizzare un grande spettacolo con un impianto moderno e con un palcoscenico all’altezza.
Il tema della location è centrale, l’Ariston non sarebbe più adatto secondo Mazza: "È pericoloso, inadeguato, e nessun promoter al mondo farebbe uno show come Sanremo in un teatro come l'Ariston. La Rai riceve mediamente 20 mila richieste di biglietti, e invece l'Ariston può accogliere solo 1.100 persone per serata, di cui 660 in galleria. Inoltre all'Ariston c'è anche un problema di sicurezza: troppa gente, spazi piccoli, si lavora malissimo, non ci sono sufficienti pass per il personale delle case discografiche. E, a tirare troppo la corda, c’è il rischio che il fenomeno Sanremo crolli. Potrebbe diventare troppo costoso per l’industria musicale.
E poi il boom di questi anni non è detto che vada avanti all’infinito, ci sono stati cicli positivi e cicli negativi in tutti questi decenni di Festival". Seguiranno aggiornamenti, il futuro del Festival (e di Sanremo) è tutto da scrivere…- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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