Uccide la madre malata e chiama la polizia

Uccide la madre malata e chiama la polizia

Era convinto che la madre «fosse destinata a morire a causa del suo male» e per questo l’ha uccisa, sgozzandola con un coltello da cucina mentre dormiva in casa sua. È un dramma della follia quello che si è consumato nella notte tra mercoledì e giovedì a Boccea. Dopo l’omicidio Raffaele Tesi, 30 anni, programmatore di computer, ha chiamato il 113 e si è fatto arrestare.
La mamma, Paola Tesi, 50 anni, era da tempo malata di schizofrenia. E, secondo quanto accertato dagli investigatori della squadra mobile e dagli agenti del commissariato Aurelio, l’uomo associava la schizofrenia della madre ad una fase terminale di tumore. A scatenare il raptus di follia, forse, proprio la preoccupazione per le condizioni di salute della donna, che ultimamente si erano aggravate. Per capire il perché di tanta violenza improvvisa gli investigatori hanno disposto anche accertamenti sulle condizioni psichiche del giovane matricida, che non risulterebbe essere in cura in nessun centro di salute mentale. Gli inquirenti lo descrivono come un soggetto assolutamente calmo e non aggressivo. Appassionato di scrittura creativa e soprattutto di racconti «dark horror», Raffaele aveva messo on line alcuni sui scritti, caratterizzati da un unico filo conduttore: la morte.
Il delitto è avvenuto intorno alle quattro del mattino in una palazzina di via Boccea 120, dove la vittima viveva insieme al padre Santo, ex corazziere del Quirinale, e alla sorella Agnese, professoressa di matematica. Nello stesso appartamento aveva vissuto anche l’omicida fino al matrimonio con la donna che gli aveva dato una un figlio. Dopo essersi procurato un coltello da cucina, la scorsa notte Raffaele è entrato nella stanza da letto della madre e l’ha colpita più volte alla gola mentre dormiva. Poi ha telefonato alla polizia. In questura, ancora sotto shock, ha ripetuto durante l’interrogatorio che sua madre era destinata a morire perché malata terminale. Nell’appartamento è stato sequestrato il coltello da cucina utilizzato per uccidere la donna. Al termine dei rilievi della scientifica e dopo che il cadavere era stato portato via dalla mortuaria, in casa sono rimasti il padre e la sorella della vittima, Alessandra Tesi, che non ha voluto rispondere ai giornalisti: «Non voglio saperne nulla, meglio non parlarne». I vicini raccontano che da qualche anno Raffaele non viveva più con la mamma e la sorella: «Ma ogni tanto veniva a trovarle, lo incontravamo per le scale sempre con le cuffiette alle orecchie». «Stanotte ho sentito le urla di una donna che urlava “papà, papà”», riferisce una signora che abita al piano sottostante. Raffaele è descritto da tutti come «un bravo ragazzo, molto educato». Tutti concordano che quella della vittima era «una famiglia molto riservata». «Paola aveva problemi psichici e viveva su una sedia a rotelle, aveva un passato come tossicodipendente assieme al compagno, dal quale aveva avuto Raffaele. Ultimamente le sue condizioni di salute si erano aggravate a causa di un tumore», spiega un’altra vicina. «Paola - aggiunge l’inquilina dello stesso piano - non usciva di casa da più di vent’anni perché era molto malata».

Il fabbro chiamato dalla famiglia Tesi per riparare la porta forzata dalla polizia, descrive la calma surreale che si respirava in casa poco dopo la tragedia: «Ho trovato una situazione normale, come se non fosse successo nulla».

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