Ucciso l’uomo che sbancò il Gratta e vinci e fuggì

TorinoUn anno fa, era il giugno del 2008, vinse 500mila euro grazie a un biglietto Gratta e vinci comprato per gioco in una tabaccheria di Piossasco, nel Torinese. Un bel gruzzoletto che avrebbe potuto aiutare Osvaldo Squillace, all'epoca disoccupato, a tirare avanti e a tenersi fuori dai guai. Lui che di guai con la giustizia ne aveva già avuti parecchi. Invece quei soldi non sono evidentemente bastati a tenerlo lontano dalle vecchie e pericolose compagnie. Osvaldo Squillace, 43 anni, pregiudicato e padre di due bambini, uno di sette anni e l'altro nato appena due mesi fa, è stato ucciso la vigilia di Pasqua. Freddato con alcuni colpi di pistola mentre si trovava a bordo della sua auto, un Suv Mercedes, in Strada vecchia di Mirafiori, nell'omonimo quartiere popolare di Torino.
Il delitto si è consumato intorno alle 20.30. A ritrovare il corpo è stato un anziano, che a quell'ora si stava dirigendo nella vicina parrocchia per la Messa della vigilia. L'uomo ha visto il corpo di Squillace riverso nell’abitacolo del «fuoristrada», prima ha creduto dormisse e ha cercato di svegliarlo, poi quando ha capito cosa potesse essere successo ha fermato un’auto di passaggio e ha chiesto aiuto.
La traiettoria degli schizzi di sangue dentro l’abitacolo e la posizione del cadavere sul sedile di guida inducono a pensare che il killer abbia iniziato a sparare appena la vittima ha spalancato la portiera e appoggiato un piede a terra. Due colpi. Un terzo proiettile è stato ritrovato inesploso sul marciapiede, «scarrellato»: forse perché il colpo si era inceppato.
Chi ha ucciso, probabilmente qualcuno che conosceva Squillace, lo fatto con una pistola calibro 7,65, e già nella giornata di ieri i carabinieri hanno sottoposto al guanto di paraffina una serie di amici e parenti della vittima, anche se per i riscontri occorrerà attendere ancora qualche giorno. Sul luogo del delitto era arrivato anche anche il fratello della vittima, chiamato misteriosamente da qualcuno che avrebbe riconosciuto l’auto. I carabinieri indagano ora nella vita della vittima, «a 360 gradi come si suol dire, anche se al momento non esistono piste privilegiate. E per ora pare che in questo delitto non c'entri nulla anche la famosa vincita. Una vincita che diede il via a una rocambolesca vicenda che vide protagonista Squillace e la sua fidanzata, Marcella Scardina. Entrambi all'epoca dei fatti erano disoccupati: lei era stata licenziata da un'impresa di pulizia e lui si arrangiava come poteva finendo spesso in carcere per reati contro il patrimonio. Almeno fino ai primi giorni del giugno del 2008, quando la coppia acquistò due biglietti Gratta e vinci e scoprì subito dopo di aver vinto 500mila euro. Squillace, rapito dall'emozione, giurò amore eterno alla donna, ma il giorno successivo sparì nel nulla con il malloppo. Poi chiuse la sua storia d'amore con Marcella con un semplice sms, spense il cellulare e si diede alla macchia. Non prima, però, di aver depositato in banca il tagliando vincente. L'amore tradito e soprattutto la perdita del gruzzolo spinsero Marcella a denunciare Osvaldo.
Fu un colpo di testa, quello di Squillace. Un colpo di testa al quale lui stesso mise poi una pezza, tornando dalla donna qualche giorno più tardi con i soldi e la voglia di perdono. Perdono che arrivò all'istante. I due ricominciarono a vivere insieme, senza apparenti scossoni, due mesi fa era nato anche il loro primogenito.

Da allora Squillace sembrava aver messo la testa a posto, riuscendo a non mettersi più nei guai. Viveva di rendita e stava cercando di rifarsi una esistenza. Ma, evidentemente, il suo passato da pregiudicato lo perseguitava ancora. E sabato sera lo ha raggiunto, regolando i conti per sempre.

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