Federica Pelosi
Sembrano 860, ma in realtà sono molti di più. Un numero imprecisato, a dirla tutta. Perché, a partire da questa estate, agli abitanti ufficiali di Urbe, se ne aggiungono altri difficilmente registrabili presso lufficio anagrafe del piccolo Comune dellentroterra savonese. A meno di non creare code simili a quella immaginaria della biblica Arca di Noè. Sì, perché qui nel paesino situato nel bel mezzo del Parco del Beigua, ad ottenere una sorta di cittadinanza con tanto di diritti e doveri, sono proprio gli animali, domestici e non. Cani, gatti, oche, ma soprattutto specie selvatiche come caprioli, daini e lupi che fanno ormai parte integrante del territorio, al punto da spingere lamministrazione comunale ad adottare una serie di regolamenti speciali che facilitino loro la vita in città. Questi si basano sulla normativa nazionale Enpa sulla tutela e salvaguardia degli animali e sono stati adattati alle esigenze di una realtà fatta di una normale convivenza con specie sempre più rare. Niente di più facile, qui, vedere un capriolo che attraversa la strada: e allora perché non costruire delle piccole gallerie sotterranee di loro esclusivo utilizzo? E perché non servirsi di appositi segnali e rallentatori di traffico - simili a quelli che nelle nostre città mettiamo nei pressi delle scuole - per segnalare il possibile passaggio dei concittadini a quattro zampe? "Urbe diventerà un vero e proprio paradiso per gli animali che saranno trattati come parte integrante della nostra comunità - spiega Lorenzo Zunino, assessore al turismo -. I segnali stradali sono necessari a causa dellalto numero di incidenti dovuti allattraversamento improvviso di animali selvatici. Ma abbiamo preso provvedimenti anche per tutelare gli abitanti di qui, ad esempio con la recinzione di tutti gli orti viste le numerose irruzioni notturne in cerca di cibo dei nostri concittadini».
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