Milano - Un uomo va a lavare la macchina in un autolavaggio a gettoni, quelli "fai-da-te" in cui ci deve dare un po' da fare ma, alla fine, il risultato è più che accettabile: l'auto è pulita con una spesa, tutto sommato, abbastanza contenuta. Lui scopre che, per qualche strana ragione, uno dei rulli entra in azione anche senza inserire i gettoni. "Ingolosito" dalla scoperta ne approfitta e lava la macchina gratis. Lo fa una, due, tre volte. O forse di più. Ma i gestori dell'autolavaggio se ne accorgono e gli lasciano un biglietto che attaccano sul display della macchinetta dove si mettono i soldi: "Il proprietario dell'auto targata XXX lava la macchina senza pagare. E' furto. Denunciato". Il proprietario dell'auto cosa fa? Anziché prendere carta e penna e scrivere un biglietto per porgere le proprie scuse, magari arrampicandosi sugli specchi per trovare qualche motivazione, va su internet e si mette a cercare un sito di consulenze legali. Lo trova (www.martacolombo.it) e scrive il suo messaggio, richiedendo un parere. Ma non sul proprio comportamento truffaldino, per sapere come deve comportarsi. Lo fa per chiedere se i gestori dell'autolavaggio abbiano violato la sua privacy, scrivendo, oltre ai fatti, il numero della targa.
Il testo del messaggio Buongiorno avvocato, ho un quesito abbastanza particolare e spero che Lei riesca a confortarmi un po'. Circa una volta ogni una-due settimane porto la macchina a lavare in autolavaggio automatico (quello con i rulli per intenderci) qui nella mia zona. Il problema nasce nel momento in cui mi sono accorto che all’interno del lavaggio stesso c’è un display (assolutamente accessibile e in bella vista) con dei tasti in cui poter selezionare il lavaggio senza pagare e per circa 3 volte ho approfittato della cosa (sicuramente non in buona fede lo ammetto). All’esterno del lavaggio invece c’è il regolare dispositivo nel quale si inseriscono i soldi e si procede con l’operazione. Oggi torno per lavare l’auto con la "mia" tecnica come per le volte precedenti ma trovo attaccato al display interno un foglio con su scritto: "Il proprietario dell’auto targata xxx è stato registrato con la telecamera lavare l’auto gratis, è furto. Denunciato". Bene, ora io so benissimo di essere moralmente in torto ma a livello legislativo lo sono davvero? Non ci sarebbe dovuta essere l’indicazione sul display interno che fosse vietato usare quello strumento e non lasciato lì alla mercè di chiunque? Io potevo benissimo pensare, da profano, che si dovesse utilizzare quello no? Inoltre non è violazione della privacy che il proprietario del lavaggio abbia esposto un cartello alla vista di tutti con i miei dati?".
La risposta dell'avvocato Caustica la risposta dell'avvocato Colombo: "Signor Diego, non mi pare che nei negozi ci siano cartelli in cui è scritto “vietato rubare” ma tutti sappiamo che rubare è un reato. Ciò detto, se veramente lei è stato denunciato, Le consiglio di rivolgersi a un avvocato penalista che saprà difenderla adeguatamente. Quanto alla privacy, non credo ci siano profili di violazione se il proprietario del lavaggio ha indicato il numero di targa (che non è un dato sensibile)".
Ma l'automobilista insiste Il curioso scambio di messaggi prosegue sul web. Il signor Diego scrive ancora sul sito dell'avvocato: "Sono d’accordo sul fatto che nei negozi sia vietato rubare anche se non è specificato ma in questo caso è diverso, un profano che andava per la prima volta al lavaggio poteva benissimo pensare che si dovesse selezionare l’operazione in quel modo in quanto non ho scassinato né violato proprietà private o altro".
Poi si mostra allarmato: "Volevo sapere i tempi e le procedure, in altri termini come posso io sapere se sono realmente stato denunciato? Quando mi devo rivolgere all’avvocato? Subito o solo dopo aver ricevuto la lettera della denuncia?". Curiosa tutta questa meticolosità per i dettagli. Se l'avesse avuta prima probabilmente la sua macchina sarebbe stata meno pulita ma lui sarebbe stato più tranquillo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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