«Vaccarezza unto di terzo grado»

«Vaccarezza unto di terzo grado»

A due giorni dal voto di Savona, Michele Boffa segna la strategia per il ballottaggio in Provincia: «Puntare sulla massima affluenza di chi è disposto a votarci e sulla massima astensione dal voto di chi è contro di noi». Una strategia forse poco sportiva, ma sicuramente pragmatica visto che «con Angelo Vaccarezza ci separa la distanza più alta tra quelle che ci aspettavamo». Insomma, 11 punti percentuali (col candidato del Pdl a un soffio dalla vittoria secca al primo turno) che Boffa giovedì ha cercato di colmare schierando l'artiglieria pesante. A partire da Massimo D'Alema che sul palco di Savona ha concluso la lista dei comizi. E poi i parlamentari Mario Tullo, Roberta Pinotti, Massimo Zunino (tutti del Pd) e Giovanni Paladini (Idv). In riga anche i vertici regionali (Claudio Burlando, Giovanni Battista Pittaluga, Enrico Vesco e Carlo Ruggeri) insieme al sindaco di Savona, Federico Berruti.
Ma è a D'Alema che è stato affidato il compito di catalizzare gli elettori. Dopo Boffa, D'Alema si lancia con un repertorio tra l'ironico e l'esilarante che vaga tra questioni locali e nazionali. E se D'Alema sfiora solo il caso Noemi («se Berlusconi potesse, si candiderebbe anche nei consigli di quartiere, tanto ha un sacco di tempo libero»), nella piazza di fronte al Municipio intitolata a Papa Sisto IV, la mette sul sacro per marcare le differenze da destra e sinistra. E così Berlusconi diventa «Lui», l'unto dal Signore che attraverso il suo ministro, Claudio Scajola, ha scelto Angelo Vaccarezza. Che diventa un «unto di terzo grado».
E poi la crisi economica che «per Lui prima non c'era e adesso non c'è più», per passare a «quella tristissima signora Mariastella Gelmini che toglie i soldi alla scuola e ai bambini e in più sottrae il tempo pieno». In politica internazionale: «Alla Casa Bianca Berlusconi ha forse compreso che Barack Obama non è abbronzato, ma un uomo di colore immigrato di seconda generazione che se fosse per il nostro ministro degli Interni, Roberto Maroni, farebbe la fila per elemosinare un permesso di soggiorno».

Per concludere, proprio l'immigrazione: «C'era più rispetto per i clandestini con la sinistra che al governo ha dovuto affrontare l'emergenza sbarchi che arrivavano dall'Albania» è l'esempio poco azzeccato di D'Alema che forse si è dimenticato la tragedia del mare di Otranto in cui, il Venerdì Santo del 1997, durante il primo governo Prodi, una corvetta italiana ha speronato una motovedetta albanese in fuga provocando la morte di decine di uomini, donne e bambini.

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