Val Susa, guerriglia dei black bloc 188 feriti tra le forze dell'ordine

Un'altra giornata di protesta e scontri. Dopo la sassaiola contro le forze dell'ordine e l'assalto al cantiere di Chiomonte, i No Tav tornano a dare battaglia. Oltre al corteo "istituzionale" ce n'è un altro composto dai centri sociali: qui i manifestanti hanno subito sfondato la recinzione di protezione al cantiere all’altezza dell’area archeologica e hanno assalito la polizia con una fitta sassaiola di pietre. Lancio di lacrimogeni per disperdere l'assalto. 5 manifestanti arrestati, almeno 200 i feriti, 188 soltanto tra le forze dell'ordine. Gravi un carabiniere e un poliziotto. La denuncia della Questura: "Dagli antagonisti impostazione paramilitare". Il leader del movimento No Tav: "Abbiamo vinto", ma il presidente dell'Osservatorio sulla Tav assicura: "Domani il cantiere riprende la normale attività". Guarda le foto. Video: 1 - 2

Val Susa, guerriglia dei black bloc 
188 feriti tra le forze dell'ordine

Torino - Un'altra giornata di protesta. Dopo la sassaiola contro le forze dell'ordine e l'assalto al cantiere di Chiomonte, i No Tav tornano in piazza per dare battaglia e diro "no" all'alta velocità: in corteo da Giaglione al cantiere di Chiomonte dove da lunedì scorso sono partiti i lavori del tunnel geognostico della Maddalena, preliminare alla linea ferroviaria Torino-Lione. Oltre al corteo istituzionale alla cui testa hanno marciato i sindaci contrari all'alta velocità, i centri sociali sono passati attraverso i boschi per riuscire a forzare le recinzioni. Le forze dell'ordine li hanno dispersi con i lacrimogeni. Ma l'assalto non si è fermato qui: i manifestanti sono infatti tornati alla carica e hanno sfondato la recinzione di protezione al cantiere all’altezza dell’area archeologica. Centinaia di manifestanti hanno poi lanciato sassi contro le forze dell'ordine che difendendevano la centrale dell’acqua. La Guardia di Finanza ha attivato gli idranti ma gli antagonisti hanno posto i gazebo contro il getto dell’acqua e li hanno utilizzati come scudi per proseguire nel lancio di oggetti. Solo in serata i manifestanti hanno ripiegato verso casa attraverso i boschi. "Volevamo assediare il cantiere e l’abbiamo assediato. Quindi abbiamo vinto" ha affermato Alberto Perino, leader storico del movimento No Tav: "Abbiamo visto chi usa la violenza, è chi tira i lacrimogeni ad altezza d’uomo".

La condanna di Napolitano Ma una ferma condanna delle violenze arriva dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che esprime solidarietà alle forze dell'ordine e chiede loro di intervenire con fermezza: "Quel che è accaduto in Val di Susa, per responsabilità di gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva, sollecita tutte le isituzioni e le componenti politiche democratiche a ribadire la più netta condanna, e le forze dello Stato a vigilare e intervenire ancora con la massima fermezza. Non si può tollerare che a legittime manifestazioni di dissenso cui partecipino pacificamente cittadini e famiglie si sovrappongano, provenienti dal di fuori, squadre militarizzate per condurre inaudite azioni aggressive contro i reparti di polizia chiamati a far rispettare la legge. Esprimo plauso e solidarietà alle forze dell’ordine che hanno subito un pesante numero di feriti, e confido che si accresca in Val di Susa, con chiari comportamenti da parte di tutti, l’impegno a isolare sempre di più i professionisti della violenza".

Il corteo "istituzionale" Due i cortei in marcia oggi. Il primo, quello più istituzionale e a cui aderisce il maggior numero di persone, è quello che parte dal Forte di Exilles. Da qui camminano i sindaci e gli amministratori della Val di Susa, con in testa Sandro Plano, presidente della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone, contrario all'opera con 24 primi cittadini della valle. Nel corteo anche lo storico leader dei No Tav Alberto Perino, Beppe Grillo del Movimento 5 stelle e Paolo Ferrero della Federazione della sinistra, esponenti del wwf, della Fiom, di Sel e Idv. I sindaci della valle hanno già annunciato che non arriveranno fino al cantiere, ma che dirotteranno verso il campo sportivo di Chiomonte per evitare azioni "illegali".

Le infiltrazioni dei black bloc Il secondo corteo, teoricamente quello "della gente di valle" si è compattato a Giaglione. Predominante qui è la componente dei centri sociali, e dei cosiddetti "black block". Sono decine e decine i ragazzi vestiti nero, incappucciati e armati di caschi che si stanno preparando, nel piazzale della sede Ana, a percorrere la stradina in mezzo ai boschi che conduce all'area del cantiere. Sono passati subito all'attacco: passando dai boschi hanno preso d'assedio il cantiere della Maddalena-Chiomonte attiguo all’area archeologica. Circa seicento antagonisti, che muniti di caschi, scudi e maschere antigas, hanno aggredito con un fitto lancio di pietre, bottiglie piene di amoniaca e bombe carta, le maestranze e le forze dell’ordine che presidiano il sito. Nella circostanza l’attacco è stato respinto mediante l’uso di lacrimogeni.

Il cantiere posto sotto assedio In una fase ripresa, gli antagonisti sono riusciti a penetrare nell’area archeologica, sfondando la recinzione di protezione del sito. Gli agenti delle forze di polizia hanno registrato lungo la recinzione dell’area bassa del cantiere (sotto il viadotto Clarea) la presenza di un nutrito gruppo di manifestanti legati al centro sociale torinese Askatasuna. L’attività degli antagonisti è diretta a danneggiare prima le strutture perimetrali del cantiere a tutela dell’area per arrivare poi al contatto con le forze dell’ordine, costante obiettivo di lanci di oggetti e sassi. Intanto, i manifestanti del corteo proveniente da Giaglione, già giunti al noto presidio No Tav della val Clarea (casetta in pietra), hanno dato luogo al lancio ripetuto di razzi di segnalazione, finalizzati, secondo gli uomini della Questura, a scandire i tempi di coordinamento dei diversi gruppi di manifestanti antagonisti, come già avvenuto in occasione dello sgombero e dell’installazione del cantiere di lunedì scorso.

Le persone ferite dall'attacco In quest’ultimo frangente è rimasto ferito, poiché raggiunto da pietre, un operaio del cantiere, prontamente soccorso e medicato da personale sanitario della polizia. Negli ultimi minuti, poiché le azioni di disturbo degli antagonisti si sono estese in altre aree della recinzione del cantiere, le maestranze che operano nel sito sono state poste in sicurezza, e gli agenti hanno dato il via ad una decisa azione di respingimento degli antagonisti. Nei gravi scontri sono rimasti feriti anche trentapoliziotti. Uno è svenuto a seguito dello scoppio di una bomba carta; un secondo ha riportato la frattura del setto nasale; un altro ha riportato ferite lacero-contuse al capo. Infine altri due hanno riportato ustioni. In totale sono almeno 200 i feriti, 188 solo tra le forze dell’ordine.

Cinque persone arrestate Cinque manifestanti sono stati arrestati (tre provenienti da Modena, uno da Padova e uno da Bologna). I tre provenienti da Modena sarebbero anarco-insurrezionalisti, pluripregiudicati per reati specifici così come gli altri due di Padova e Bologna, antagonisti con precedenti specifici: Tutti hanno un’età di circa 30 anni e - a quanto riferisce la Questura - sono stati oggetto delle cure sanitarie. Uno degli arrestati, a seguito dei traumi riscontrati (sospetta frattura del naso, contusioni al torace e al capo), è stato trasportato in elicottero in ospedale, ma non è in gravi condizioni.

La questura: "Impostazione paramilitare" "Continua la dura ed agguerrita protesta con impostazione paramilitare da parte dell’ala oltranzista del movimento, con sodali provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, che stanno dando sfogo alla più inaudita violenza ormai focalizzata solo contro le Forze di Polizia, utilizzando il peggior armamentario disponibile", riferisce la Questura di Torino, in merito agli sviluppi degli scontri in corso in Val di Susa. Oltre al lancio di quanto (pietre, petardi, bombe carta ed ogni altro oggetto atto ad offendere), a quanto riferisce la Questura, "i manifestanti lanciano sui poliziotti anche bottiglie piene di ammoniaca".

Sequestrate 14 bombe carta Quattordici bombe carta sono state sequestrate dalla polizia nel corso di una bonifica nei pressi del cantiere della Tav, in prossimità della Maddalena di Chiomonte. Il Questore della provincia di Torino ha formulato puntuali prescrizioni, per garantire, nella giornata odierna, l’ordine e la sicurezza pubblica. I manifestanti, solo per oggi, potranno impegnare la strada provinciale 233 sino al ponte sulla Dora e la via Roma del comune di Chiomonte, sino al campo sportivo ove la manifestazione terminerà. Vietato l’ingresso e lo stazionamento di mezzi e persone sul resto della rete stradale che porta al cantiere della Maddalena, così come l’occupazione dei prati o della aree boschive prospicienti la viabilità del percorso autorizzato. Proibito anche l’accesso alle aree rurali raggiungibili per mezzo della viabilità interdetta.

Domani i lavori ripartono Il Presidente dell’Osservatorio sulla Tav Torino-Lione, Mario Virano, però assicura: "Oggi a Chiomonte le forze dell’ordine hanno respinto a prezzo di molti feriti l’attacco di bande teppistiche difendendo il cantiere della Maddalena che da domani riprenderà la sua normale attività.

Va detto con chiarezza che in questo caso i violenti non erano degli infiltrati nel movimento, ma degli invitati di cui era prevista la partecipazione ed auspicato il ruolo di testa d’ariete. La recinzione del cantiere ha retto bene: ciò che è andata in frantumi è la legittimazione morale dei NoTav come movimento pacifista".

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