La Valbisagno boccia il casermone

Questa volta sono tutti d'accodo. Il «casermone» che il Comune di Genova, a seguito dell'approvazione di un progetto (il 20 aprile 2007) nell'ambito del programma di riqualificazione della zona, vorrebbe di tutta fretta costruire nei pressi del cimitero di Staglieno, è stato momentaneamente stoppato da tutti i capogruppo del IV Municipio della Valbisagno. Nell'apposita riunione di commissione di qualche giorno fa tutti i consiglieri, su proposta di Domenico Morabito, capogruppo An, nonché vicepresidente dello stesso municipio, sono stati concordi nel dichiarare «poco chiara» la proposta di Palazzo Tursi, il quale vorrebbe entro 15 giorni una risposta da parte del Municipio possibilmente positiva, sulla costruzione di un grande edificio commerciale nell'area attualmente occupata dai marmisti, che a loro volta troverebbero spazio per la loro attività proprio all'interno della stessa struttura. «Troppo poco tempo per prendere una così importante decisione. Soprattutto senza l'avvallo dei diretti interessati - precisa Morabito -. E non sono solo gli operatori commerciali del settore, ma pure gli abitanti a rischiare un gravissimo danno».
Infatti, guardando il progetto si evince come ad alcuni palazzi della zona, a causa della costruzione di un muraglione davanti ai poggioli verrebbe a mancare completamente la luce. Inoltre, non convince neppure l’impatto ambientale che la costruzione avrebbe proprio in prossimità di una «meraviglia del mondo», come appunto lo storico e monumentale cimitero di Staglieno. «Chiederemo l'intervento dei tecnici - prosegue Morabito - nell'ultima riunione avremmo dovuto approvare un progetto senza nemmeno il parere del competente assessore esterno, l'architetto Sessarego il quale, nonostante la nomina, non ha mai partecipato ad alcun consiglio. Tra tutti i consiglieri di questo municipio, sono pochi quelli che lo conoscono, almeno di persona».
Abbiamo chiesto un parere ai diretti interessati, ovvero agli abitanti e ai commercianti della zona intorno al cimitero, i primi sono tutti d'accordo nel dichiarare che saranno penalizzati in maniera pesante. «Non dimentichiamoci che “Ca' de Riva” è un antico borgo genovese - dichiara un pensionato che abita nei pressi e al quale abbiamo fatto vedere i disegni approvati -. Nessuna persona di questo quartiere sa nulla di questo orribile progetto, non permetteremo mai a nessuno di rovinare il nostro amato borgo con questa enorme e insignificante costruzione». I commerciati più importanti e famosi vorrebbero «partecipare» al progetto formando una sorta di comitato ed investire, anche danaro, nello stesso. I piccoli imprenditori invece la pensano in maniera opposta: a loro va bene continuare a pagare l'affitto e lavorare per vivere. Nessuno di essi ha la minima intenzione di partecipare ad esosi esborsi di danaro, «per favorire i soliti vecchi e ricchi, prepotenti del settore», dichiarano in coro con Domenico C., da oltre 30 anni artigiano del posto.

Roberto Foglino, consigliere del municipio per «Italia dei valori» e vicepresidente dell'apposita commissione sui progetti del territorio, esprime opinioni diverse ma concettualmente in linea con quelle dei colleghi d'opposizione: «Abbiamo chiesto al nostro presidente Gianelli di chiedere altro tempo al Comune». Naturalmente il problema è stato inserito nell'ordine del giorno del prossimo consiglio municipale, quello del 26 luglio.

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