Quasi tre mesi dopo il suo allontanamento dal Vaticano per far ritorno nella diocesi d'origine di Friburgo, monsignor Georg Gänswein ha fatto ritorno a Roma. L'ex segretario di Benedetto XVI ha trascorso 28 anni all'interno delle sacre mura e vi è tornato nei giorni scorsi per partecipare all'annuale incontro dello Schülerkreis, il circolo di coloro che furono allievi del professor Joseph Ratzinger e che da qualche anno ha anche un'appendice con i giovani teologi formati sui suoi testi.
La prima volta senza Ratzinger
Quella di quest'anno è stata la prima volta dello Schülerkreis senza il suo maestro, morto a 95 anni lo scorso 31 dicembre. La sessione si è tenuta sabato all’Istituto Patristico Augustiunianum ed è stata coordinata dal professor Christoph Ohly, docente di diritto canonico a Treviri. Tra le relazioni previste anche quella del cardinale Kurt Koch, lo svizzero che Benedetto XVI chiamò nel 2010 a guidare il pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Koch, teologo con una sensibilità molto vicina a quella di Ratzinger, è uno dei pochi reduci del pontificato precedente che ancora oggi ricopre un ruolo di responsabilità in Curia: è ancora prefetto di quello che nel frattempo è diventato il dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani. Il suo intervento è stato dedicato proprio al tema del pensiero teologico di Joseph Ratzinger.
Parla Gänswein
Ma l'ospite più atteso della riunione del circolo è stato senz'altro l'uomo che è stato al fianco di Benedetto XVI fino all'ultima ora della vita terrena. Monsignor Gänswein è salito in cattedra per un dialogo con il giovane professore a Monaco e sacerdote greco-ortodosso Stefanos Athanasiou. Una conversazione in cui non c'è stato spazio per le polemiche. L'ex prefetto della casa pontificia ha ricordato i giorni immediatamente successivi alla morte di Benedetto XVI, paragonando quelle immagini ad un film. La memoria è andata alla folla di persone prima al monastero Mater Ecclesiae e poi nella basilica di san Pietro in preghiera davanti alla salma e poi ai funerali. "C'era più gente di quanto ci si potesse aspettare", ha osservato Gänswein facendo notare come Ratzinger era stato capace di conquistare le persone grazie alla sua gentilezza e all'intelletto. "La sua risposta era chiara anche quando la domanda non era chiara", ha detto il presule sottolineando la dote della chiarezza che ha sempre contraddistinto l'attività accademica e pastorale del Papa-teologo.
Sollecitato da Athanasiou, l'ex segretario ha parlato dell'impatto che Ratzinger ha avuto nella sua vita e che si è distinto in due fasi: prima di conoscerlo personalmente nel 1995 e poi assisterlo da collaboratore all'ex Sant'Uffizio, da segretario del cardinale, del Papa regnante e del Papa emerito. Prima dell'incontro, Gänswein conobbe ed apprezzò il pensiero di Ratzinger sui libri negli anni degli studi. Un incontro che, ha raccontato l'arcivescovo, già all'epoca influenzò profondamente la sua vita e la sua concezione della teologia. L'ex prefetto della casa pontificia ha riconosciuto che quelli attuali per la Chiesa sono "tempi difficili" ma ha elogiato la strada individuata da Benedetto XVI, ovvero quella di rimettere la questione di Dio al centro.
La messa sulla tomba
Nel suo intervento, Gänswein ha scherzato sulla domanda "come stai?" che gli ha rivolto il moderatore. Il presule si è trasferito a Friburgo ma non ha rinunciato a viaggiare. A metà settembre, ad esempio, era a Würzburg per i 75 anni della rivista cattolica tedesca "Die Tagespost" con l'arcivescovo di Colonia, il cardinale Rainer Maria Woelki. Prima di Roma, invece, aveva fatto tappa in Toscana dove ha presentato a Forte dei Marmi il libro “Nient’altro che la Verità”, scritto con Saverio Gaeta e che molte polemiche ha provocato per i passaggi sul suo rapporto con Francesco. In generale, Gänswein ha raccontato ai presenti alla riunione dello Schülerkreis di aver ricevuto una buona accoglienza dopo l'inizio della sua nuova esperienza a Friburgo. Pur consapevole che la situazione è difficile, il presule ha detto di credere nella Provvidenza e di andare avanti, dunque, grazie a questa certezza.
Nella sua permanenza romana, Gänswein non ha fatto ritorno nel monastero Mater Ecclesiae o nell'appartamento di Santa Marta Vecchia che gli era stato destinato da Francesco in persona prima dell'allontanamento. Ma non ha rinunciato a pregare sulla tomba di Benedetto XVI situata nelle Grotte Vaticane. Nella cripta di San Pietro, Gänswein ha celebrato la messa con il cardinale Koch e gli altri sacerdoti del circolo di studenti di Ratzinger e si sono poi fermati in preghiera di fronte alla tomba del teologo tedesco. L'appuntamento si svolge ogni anno e vi partecipa anche padre Stephan Otto Horn che di Ratzinger fu l'assistente universitario ai tempi della cattedra a Ratisbona.
Nel corso del suo intervento all'Augustiunianum, monsignor Gänswein ha avuto modo di ricordare anche come fu Benedetto XVI nel 2012 a scegliere il cardinale Koch come protettore del nuovo circolo di allievi, il Neuer Schülerkreis e come questo incontro annuale che affonda le sue
radici addirittura nel 1977 sia continuato nel tempo, anche durante il pontificato, spesso nella cittadina di Castel Gandolfo molto amata da Ratzinger. Ora continuerà anche dopo la morte del suo fondatore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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