I 135 entreranno tutti cardinali. Soltanto uno uscirà Pontefice

Le previsioni non sono mai state così difficili. Per l’elezione servono 90 voti. Lo "scontro" tra le due ali sui temi più delicati

I 135 entreranno tutti cardinali. Soltanto uno uscirà Pontefice

Le previsioni sul futuro Papa alla vigilia di un Conclave sono, per esperienza comune, un esercizio difficile fino alla temerarietà. Nonostante questo non c'è Conclave prima del quale gli esperti non tentino di «divinare» il nome giusto. Questa volta l'operazione appare particolarmente difficile. Per una serie di fattori. Non c'è mai stato un collegio così numeroso (questa volta i votanti sono 135, l'ultima volta erano stati 115). Non solo. Gran parte dei Cardinali, circa l'80%, è stata nominata da Papa Francesco in tempi relativamente recenti. L'ultimo Concistoro, solo nel dicembre scorso, ha visto ben 21 nomine. Il risultato è che appare difficile parlare di «un blocco» compatto e coeso, perché, nei fatti, se questo «blocco» si formerà sarà solo nei giorni decisivi dell'elezione. Resta da vedere, inoltre, l'influenza del braccio di ferro (reale o presunto) tra conservatori e liberali. E il peso della provenienza geografica: dopo tre Pontefici venuti dall'estero, si tornerà a un Papa italiano, in grado di bilanciare le tante forze centrifughe della Chiesa?

Parolin, il diplomatico «timido». Re della Curia poco «pastore»

Quella di Pietro Parolin sarebbe la scelta più conservativa. Settant'anni, da una vita diplomatico, è dal 2013 Segretario di Stato vaticano. Il suo ambiente naturale sono i corridoi delle trattative più complesse e riservate. Vicentino nato a Schiavon, mite (qualcuno dice perfino timido) ha rappresentato la Santa Sede nelle contingenze e nei rapporti più delicati. Ha condotto la trattativa per il recente accordo con la Cina, che, però, non a tutti è piaciuto perché considerato troppo arrendevole nei confronti di Pechino. Non gli giova la sua esperienza pastorale considerata da qualcuno limitata. Potrebbe essere però un candidato di compromesso nel caso i lavori del Conclave si prolungassero.

Pizzaballa, l'esperto di Terra Santa estraneo ai conflitti

È cardinale solo dal 2023. Eppure Pierbattista Pizzaballa, 60 anni, bergamasco di Cologno al Serio, è considerato tra i più seri candidati al soglio Pontificio. L'incarico di Patriarca latino di Gerusalemme gli è valso notorietà e apprezzamento a livello internazionale. E allo stesso tempo ha fatto sì che rimanesse estraneo a conflitti e spaccature dottrinali o di potere. A promuovere la sua ascesa è stato Papa Francesco, che lo ha nominato Patriarca nell'ottobre del 2020 e poi lo ha fatto entrare nel collegio cardinalizio. Visto l'incarico, è particolarmente esperto di problemi mediorientali, ma in grado di rappresentare un punto di equilibrio tra tendenze e orientamenti di diversa estrazione.

Zuppi, da Sant'Egidio all'Ucraina passando per Bologna

Se la Chiesa di Francesco è stata la Chiesa dei poveri e degli ultimi, il suo successore più naturale potrebbe essere Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale italiana. Romano, 69 anni, vicino alla Comunità di Sant'Egidio, è stato tra i prelati più vicini al Papa defunto, che tra gli altri incarichi gli ha anche affidato anche quello di inviato Vaticano per il conflitto russo-ucraino. Le sue posizioni sul problema migratorio, sui diritti e sul ruolo nella Chiesa della comunità gay potrebbero alienargli il voto dei conservatori, paga anche il rinvio delle conclusioni del Sinodo. «Accogliere i migranti è una sfida storica per l'Europa», ha detto di recente. «Cristo ci invita a non respingerli».

Arborelius, carmelitano primo cardinale venuto dalla Svezia

Anders Arborelius, 75 anni, sarebbe un Papa davvero atipico: primo cardinale di nazionalità svedese, convertito a vent'anni in un Paese a larghissima maggioranza protestante e tra le società più secolarizzate al mondo, è stato nominato cardinale da Francesco nel 2017. Ex monaco carmelitano, è noto per le sue posizioni dottrinali tradizionaliste e conservatrici, tra cui l'opposizione al diaconato femminile e alla benedizione delle coppie omosessuali. L'interessato ha commentato le voci che le mettevano tra le figure potenzialmente in prima fila nel prossimo Conclave: «Sarebbe divertente avere un papa svedese, ma credo sia altamente improbabile, molto improbabile».

Besungu, dal Congo favorito per una svolta storica

Alla vigilia degli ultimi conclavi si è sempre finito per discutere di una possibile svolta storica: la nomina del primo Pontefice africano (i cattolici sono il 18% della popolazione e in Africa ci sono più seminaristi che altrove nel mondo). Oggi tra i nomi in corsa, secondo valutazioni diffuse, ci sarebbero anche tre cardinali di colore: Peter Turkson del Ghana (vedi oltre), Robert Sarah, Guinea, e Fridolin Ambongo Besungu della Repubblica Democratica del Congo. In particolare quest'ultimo, 65 anni, nominato cardinale nel 2019, per giornali come il New York Times è considerato «papabile». Nel 2023 criticò apertamente la decisione di Francesco di consentire la benedizione delle coppie omosessuali.

Aveline, da Marsiglia il prete buono che piace ai francesi

Jean-Marc Aveline, francese, 66 anni, è arcivescovo di Marsiglia, è diventato cardinale nel 2022 e ha un percorso simile a quello di Papa Francesco, anche se con qualche connotazione più conservatrice (si è dichiarato tra l'altro contrario alla benedizione delle coppie omosessuali). Talvolta i media francesi, per il suo approccio bonario da parroco di campagna, lo paragonano sia a Papa Giovanni XXIII sia a Francesco stesso. La sua era una famiglia di pied-noirs di Algeria, rimpatriata nel 1962, lui si è laureato in filosofia alla Sorbona. Anche per la sua provenienza geografica è particolarmente attento al dialogo interreligioso e in particolare a quello con i musulmani.

Grech, l'alfiere dei progressisti Segretario del Sinodo

Tra i cardinali più in vista del prossimo Conclave Mario Grech è quello più marcatamente progressista. Maltese, 68 anni, ha posizioni di grande «apertura» su omosessualità e comunione ai divorziati. Ha appoggiato i vescovi tedeschi nel corso delle numerose controversie che li hanno contrapposti a Roma e ad altre Chiese nazionali. Anche sui problemi dell'immigrazione è considerato un «aperturista», tanto da essersi posto più volte in contrasto con le autorità del suo Paese. Dal settembre 2020, per volontà di Bergoglio, è segretario generale del Sinodo dei vescovi. In un'occasione polemizzò anche con Matteo Salvini dichiarandosi «ferito» dall'esibizione del Rosario.

Erdo, il conservatore da 20 anni vescovo di Budapest

Agli antipodi del Cardinale Grech è il suo collega ungherese Peter Erdo, considerato uno dei portabandiera (il più papabile) dell'ala conservatrice del collegio cardinalizio. A 72 anni, Erdo vanta una lunga esperienza: a nominarlo vescovo di Budapest nel 2002 e cardinale l'anno successivo fu Giovanni Paolo II. Allora era il più giovane cardinale del mondo. Il suo modello è Benedetto XVI, a lungo (circa 10 anni) è stato presidente della Conferenza dei vescovi europei. Qui ha potuto affinare le sue doti diplomatiche e la conoscenza delle lingue (non si sa nemmeno esattamente quante ne parli). La sua fama di conservatore potrebbe però danneggiarlo al momento del voto.

Tagle, vicino ai poveri come Francesco Con l'incidente della Caritas

Luis Antonio Tagle, secondo alcuni commentatori è il «Francesco asiatico» e al Papa appena deceduto è stato molto vicino. Filippino, 67 anni, fu nominato cardinale da Benedetto XVI nel 2012 e sarebbe il primo Papa asiatico. A unirlo a Francesco, che accompagnò nel viaggio più lungo del suo pontificato, 11 giorni nell'Asia sud-orientale e nel Pacifico, nell'estate del 2024, è sempre stata l'attenzione per i poveri e i diseredati. È sempre stato però attento alla tradizione per quanto riguarda valori tradizionali come lotta all'aborto e contraccezione. La sua posizione si è indebolita dopo l'allontanamento dalla guida della Caritas Internazionale dove si erano verificati problemi gestionali.

Bo, il birmano possibile ponte tra tradizione e innovazione

Sarebbe non solo il primo Papa asiatico, ma anche un Papa proveniente da un Paese praticamente sconosciuto. Eppure Charles Maung Bo, secondo alcuni vaticanisti è considerato il contendente con più consensi tra i prelati extra-europei. Primo cardinale del Myanmar, 76 anni, Bo potrebbe rappresentare un «ponte» tra le ali estreme di conservatori e progressisti all'interno della Chiesa. Devoto a Benedetto XVI è riuscito a diventare uno degli uomini più vicini a Papa Francesco. Come lui è sempre stato attento a disuguaglianze sociali e ambiente rimanendo fedele alla tradizione dottrinale e senza essere mai coinvolto in polemiche legate a battaglie culturali.

Turkson, il ghanese che sfidò già Francesco nel 2013

Tra le possibili sorprese del Conclave ci potrebbe essere il Cardinale Peter Turkson del Ghana. Il suo nome, non si sa fino a che punto a ragione, venne fatto anche a proposito del Conclave del 2013, e ora è tornato alla ribalta. Turkson, 76 anni, venne scelto da Benedetto XVI per guidare il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Il suo percorso ha conosciuto anche qualche scossone, come quando dovette scusarsi per aver mostrato durante un sinodo dei Vescovi un filmato che, in toni considerati non appropriati, mostrava la crescita della religione islamica nel territorio africano. È noto per le sue posizioni progressiste in tema di giustizia sociale e diritti umani.

Leo, l'outsider canadese Il più giovane del Conclave

La storia di Frank Leo, Arcivescovo di Toronto nato a Montréal, è una delle più suggestive tra quelle dei partecipanti al prossimo Conclave. Anche la nomina è tra le più recenti, visto che Leo, la cui famiglia è in parte calabrese e in parte campana, è cardinale, nominato da Francesco, appena dal dicembre scorso. Oltre Oceano vengono particolarmente apprezzate le sue doti di equilibrio.

«Se ci deve essere un Papa del Nord America», ha osservato più di un media americano, «è più facile che arrivi dal Canada piuttosto che dagli Stati Uniti». A rendere Leo un outsider è però sopratutto l'età e la scarsa esperienza. L'italo-canadese, laureato in teologia e filosofia, ha appena 54 anni.

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